Libri antichi e moderni
Antonio Saccone
L'OCCHIO NARRANTE. TRE STUDI SUL PRIMO PALAZZESCHI
ALFREDO GUIDA, 1987
19,79 €
Studio Maglione Maria Luisa
(Napoli, Italia)
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Dettagli
Descrizione
I saggi proposti in questo libro intendono riformulare le ragioni che animano la scrittura del giovane Palazzeschi. Oggetto di analisi sono essenzialmente l’esordio poetico (I cavalli bianchi) e le prime due prove narrative (I riflessi e Il codice Perelà) e, più in particolare, la rilevanza cruciale che in questi testi, verificati nelle loro edizioni originarie, assumono il tema e le figurazioni dello sguardo. L’ottica palazzeschiana è interpretata nei termini di un nichilismo "postumo", non patetico né eroico, che attiva sulle rovine del senso il ludico smantellamento di ogni identità lirica e psicologica. La svalorizzazione congiunta della luttuosa passività dei crepuscolari e del volontaristico presenzialismo dei futuristi istituisce un soggetto di fumo, consapevolmente depotenziato, "leggero", svincolato da ogni fondamento e referenzialità, aperto ad una continua e paradossale mobilità di posizioni prospettiche.
Descrizione bibliografica
Titolo: L'occhio narrante. Tre studi sul primo Palazzeschi
Autore: Antonio Saccone
Editore: Napoli: Liguori, 1987
Lunghezza: 132 pagine; 21 cm
ISBN: 8820715287, 9788820715281
Collana: Volume 16 di Biblioteca. Letterature
Soggetti: Critica letteraria, Linguistica, Filologia, Lingua, Letteratura italiana moderna e contemporanea, Studi critici, Futurismo, Opere, Biografie, Aldo Pietro Vincenzo Giurlani, Novecento, Poesia Fascismo, Poetica, Epistolari, Narrativa, Bibliografia, Saggi, Crepuscolarismo, stile liberty, Gabriele D'Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti, Verso libero, Il codice di Perelà, Prezzolini, Ardengo Soffici, Marino Moretti, Giovanni Papini, Sergio Corazzini, Scrittori italiani del XX secolo, Fantasy, Fantascienza,
Il libro (uscito nella collana "Letterature" diretta da Giancarlo Mazzacurati) tratta, nel primo capitolo, dell'esordio poetico di Palazzeschi (la raccolta "Cavalli bianchi" del 1905); nel secondo del suo esordio narrativo (il romanzo: "riflessi" del 1908, poi intitolato nelle edizioni successive "Allegoria di novembre", definito dallo stesso Palazzeschi "il mio romanzo liberty"); nel terzo, del "Codice di Perela", definito "favola aerea" dallo scrittore che lo concepì e in gran parte compose già all'epoca della pubblicazione di "riflessi") e della raccolta poetica l'"Incendiario" (1910): espressioni queste ultime, l'una in prosa, l'altra in versi, di quella "poetica del divertimento", di quella "estetica da clown" che, come sostiene Saccone, caratterizza, anche se in forme espressive diverse, fin dagli esordi, l'intera produzione palazzeschiana. L'A. mette infatti giustamente in evidenza la necessità di riconoscere già nelle prime opere una unità di ispirazione sotto il segno dell'ironico disincanto e di "incrinare con forza alcune pigre ipotesi ancora resistenti: in particolare quella che individua una primissima fase palazzeschiana, inscritta sotto il segno del tragico (.) e una successiva fase di esorcizzante, giocoso distanziamento" (p. 13). Nel corso dei tre saggi l'A. mette poi in luce procedimenti e tecniche espressive utilizzate dallo scrittore in modo accorto e raffinato, in parte anche legate al movimento futurista, che contraddicono l'impressione di "na'vete" finora frequentemente ma inopportunamente sottolineata dai critici a proposito di questa prima e interessante stagione palazzeschiana.