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Libri antichi e moderni

Ramat Silvio

L'inverno delle teorie

Mondadori, 1980

20,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1980
Luogo di stampa
Milano
Autore
Ramat Silvio
Editori
Mondadori
Soggetto
Letteratura italiana del '900, Poesia, Prime edizioni
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
Come nuovo
Lingue
Italiano
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione

Descrizione

In-8°, pp. 107, (5), brossura editoriale bicroma. Perfetto stato. Prima edizione. 'Due poemi compongono questo volume: Poema intempestivo e L'inverno delle teorie, che da anche il titolo all'opera. Scritti da Silvio Ramat rispettivamente nel 1976 e nel 1977, essi hanno in comune non solo la contiguità nel tempo, ma una serie di sotterranee convergenze che contribuiscono a una loro unità ideale. Anzitutto la scelta, coraggiosa e ferma, della « inattualità », che si manifesta come rifiuto a cedere alle tentazioni dell'epoca, ai ricatti di un aleatorio quanto tirannico « spirito del tempo »: questa posizione è adombrata sia dall'intempestivo del primo poema, sia, nel titolo del secondo, dall'allusione al gelo delle astrazioni, che non si consumano ai fuochi dell'esperienza. Frequenti poi, all'interno dei due testi, le concordanze formali (la loro struttura per nuclei, la loro aggregazione per microsequenze) e tematiche (corrispondenze di città e luoghi, visitati nella realtà o nella fantasia, con i loro aloni nominali). Al tempo stesso una serie di divergenze sottili quanto significative tra i due poemi (più articolato per motivi ispiratori il primo, più allusivamente autobiografico il secondo, in cui compaiono anche protagonisti della storia contemporanea) consente quel gioco dialettico tra le due parti del libro, che costituisce una delle ragioni del suo fascino e della sua singolarità. Giunto a una compiuta padronanza dei suoi mezzi espressivi, Ramat perviene con questo libro a un esito arduo e inconsueto: moltiplica la monodia lirica nei contrappunti di un poema; si sottrae alle provocazioni della cronaca e così ritrova, per vie più profonde, le intersezioni tra il suo percorso esistenziale e quello della storia; e infine riscopre, nel disordine del tempo e nell'io alla deriva, la possibilità di una misura interiore ancora luminosa e vera.' (dalla quarta di copertina). Lo Specchio. Spaducci, p. 244. Gambetti / Vezzosi, p. 755.