Libri antichi e moderni
Seneca, Lucius Annaeus, Doni, Anton Francesco
L’epistole di Seneca. Ridotte nella lingua toscana, per il Doni.
s. n. (al colophon: "per Aurelio Pincio" [Anton Francesco Doni]), 1549
1380,00 €
ORSI LIBRI di Federico Orsi Libraio Antiquario
(Milano, Italia)
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Dettagli
Descrizione
L’epistole di Seneca. Ridotte nella lingua toscana, per il Doni.
Venezia, s. n., 1549 (In Vinegia : per Aurelio Pincio : [Anton Francesco Doni], 1548).
PRIMA EDIZIONE. In-8, pp. (16), 680, (24). Bella legatura in tutta pergamena di primissimo '800 con corte falde, titoli in oro su doppio tassello (marocchino rosso e verde), sguardie marmorizzate. Insegna dello stampatore al frontespizio, ripetuta in una variante entro grande corona ovale e motto, sia al verso del frontespizio che alla penultima carta, prima dell’ultima bianca. Bei capilettera istoriati, numerosi e di varie dimensioni. Carattere corsivo e poco romano. Timbro di possesso del cardinale Imperiali alla prima carta e autografo manoscritto di Carlo Severoli alla carta A1, abate che nel ‘700 venne eletto principe dell’Accademia degli Incolti (per entrambe le provenienze si veda l’Archivio dei possessori della Marciana di Venezia). Il libro compare nel catalogo della Biblioteca di Imperiali compilato da Giusto Fontanini (Bibliothecæ Josephi Renati Imperialis Sanctæ Romanæ Ecclesiæ diaconi cardinalis Sancti Georgii catalogus secundum auctorum cognomina ordine alphabetico… Roma, ex officina typographica Francisci Gonzagæ in via Lata, 1711, p. 575). Leggere fioriture occasionali ai margini di qualche fascicolo. Un’ottima copia, pulita e molto ben conservata.
Esemplare eccellente di questa raccolta di lettere del filosofo Seneca, massimo esponente dello Stoicismo latino, tradotte in volgare toscano da Anton Francesco Doni. Prima ed unica edizione cinquecentesca, ristampata solo una volta nel 1611 a Milano da Pietro Martire Locarni. La raccolta fu dedicata a Silvia di Somma, contessa di Bagno, a cui è indirizzata la lettera d’apertura, cui segue la vita del filosofo, l’elenco delle epistole e le epistole stesse. Alla fine delle lettere compare la data in cui il Doni terminò la traduzione, ovvero 1548. Infine, si trova una “tavola et summario di tutte l’epistole”, cui segue una breve lettera di invito alla lettura, una cosiddetta testimonianza, indirizzata a Ludovico Dolce dall’umanista Pietro Carnesecchi. A seguito della testimonianza, il libro si chiude con un messaggio di scuse del tipografo al lettore per gli eventuali “errori incorsi nelle stampe”. Il registro è la nota tipografica di fine testo terminano l’opera, a cui fa da cammeo la bella marca dello stampatore a tutta pagina.
EDIT16 CNCE 34828.