Due volumi in 8° (mm 225x145). Pagg. XXII, (2), 102; (2), XXX, (2), 111, (1). Seconda opera: pagg. 86, (2). Mezza pelle coeva con angoli e piatti marezzati, titolo impresso al dorso con fregi in oro, tagli a spruzzo. Prima edizione. <BR>Medico e poeta milanese, Rajberti nella prefazione spiega le ragioni per cui il progetto del suo Galateo risulta più aggiornato e meno pedante dei precedenti, del Della Casa e del Gioja. Lo stile che sceglie l'A. per redigere la sua opera è quello satirico (mutuato da Orazio), che si fa beffe dei capricci del mondo e della moda, audace e ironico; Rajberti sostiene che ridere fa bene alla salute, una vena di pura ironia (crudele e a volte satanica, come la descrive l'A, per farsi scherno degli uomini e delle cose) può metterci di buon umore! Sicuramente il popolo destinatario a cui si rivolge il Rajberti non è la plebaglia, la marmaglia che non riesce a mettere a stento qualcosa sotto i denti, e neppure il ceto alto che non ha bisogno dei suoi consigli; è rivolto al ceto medio borghese, colto e di buone maniere. Da bravo medico, pone al centro la corporalità dell'uomo, affiancandola alla moralità, sviluppa la tematica dell'opera attorno al convito; una sorta di palcoscenico dei piaceri del gusto, la zona di contatto tra esseri umani, che sedendo a tavola misurano la propria sociabilità. Con rigore ricorda le buone regole" essenziali", tranquille, minute, comuni abitudini e tendenze di vita: da contrapporre a"Troppi cibi, troppi vini, troppa gente, troppe insistenze di cordialità". La tavola imbandita appiani, dunque, questi eccessi, conduca all'essenziale. "Facciamo dunque i nostri pranzetti moderati, tranquilli, in piccola e scelta brigata: "che il vero e supremo piacere di siffatte radunanze sta nella buona e simpatica società". Bell'esemplare ad ampi margini, che presenta minime mende e tracce d'uso a spigoli e cerniere, minime fioriture interne. Dedica manoscritta al foglio di guardia anteriore a due ambasciatori a cui il volume fu regalato. Paleari, p. 613. Axs<BR>Per la seconda opera<BR>Tutti ridono per le botte di penna e di matita, come riporta l'A, per le scelte dei soggetti letterari più strani, ebbene dice l'A. ho scelto di lodare il Gatto. In un panegirico di alta eloquenza, ci offre un discorso celebrativo sull'animale a quattro zampe, scritto secondo le regole di Aristotele, col suo esordio formale e tutto il resto; il gatto è il solo soggetto delle lodi di questo trattatello, che ne esalta pregi e difetti in tono scherzoso e alquanto bizzarro!<BR>