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Libri antichi e moderni

Cristian Sammarco

L'architettura della permanenza. Persistenze e mutazioni delle strutture seriali curvilinee antiche nella città contemporanea

Quodlibet, 2022

17,10 € 18,00 €

Quodlibet

(Macerata, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2022
ISBN
9788822908865
Autore
Cristian Sammarco
Pagine
158
Collana
Diap print/Dottorato (23)
Editori
Quodlibet
Formato
220×150×11
Soggetto
Architettura e progettazione del paesaggio
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Condizioni
Nuovo

Descrizione

Ogni ricerca sulla città non può sottrarsi dall’essere una ricerca sulla forma e, specificatamente, sulla morfologia urbana. La storia della città è la storia della forma e dei processi di trasformazione che coinvolgono le parti senza mai perdere la visione generale, il ruolo di organismo urbano, a cui la città tende sia spontaneamente che intenzionalmente. Il tema su cui si articola la ricerca è il sostrato, “ciò che sta sotto”, nelle sue accezioni teoriche e progettuali di “materia segnata” che sottende, e partecipa, alle trasformazioni urbane in un rapporto inter-scalare: dal territorio alla città, dal tessuto sino alla cellula elementare abitativa. Oggetto principale del lavoro sono le forme curvilinee antiche romane (teatri, anfiteatri, stadi e odeon) che rappresentano strutture catalizzatrici di processi antropici riconoscibili, e ancora vitali nella città contemporanea, attraverso delle “azioni di sostrato”, desunte da un abaco di casi italiani ed esteri: dall’arena di Lucca a quella di Firenze, dal teatro di Brescia a quelli di Catania, sino ai casi portoghesi di Lisbona ed Evora. Queste azioni, presenti in ogni caso analizzato, sono identificabili nel consumo/erosione della forma matrice, nell’occupazione dei suoi spazi e nella sedimentazione di altre forme su e in essa. Sino all’azione di sintesi, quando l’intenzionalità del progetto coordina in nuova forma tutte le operazioni precedenti. La città attuale contiene sempre in sé la memoria delle altre città passate, che l’hanno preceduta, così come il progetto architettonico contemporaneo contiene sempre in sé l’elemento della rovina. La rovina è interruzione solo nel momento in cui non assume un ruolo di sedime e supporto ma di oggetto contemplativo.
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