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Libri antichi e moderni

Cecchi Alessandro ( E Altri )

JACOPO LIGOZZI "pittore universalissimo " ( Verona 1547-Firenze 1627 )

Sillabe Livorno, 2014

40,00 €

De Bei Libraio

(Preganziol, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2014
ISBN
9788883477317
Autore
Cecchi Alessandro ( E Altri )
Editori
Sillabe Livorno
Formato
280 X240 mm.
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura

Descrizione

Edition originale Title: JACOPO LIGOZZI "pittore universalissimo" (Verona 1547 - Firenze 1627) Author: Cecchi, Alessandro (et al) Price: 40,00.- Euro ISBN: 9788883477317 Description: Livorno: Sillabe, 2014. 28cm., pbk., 334pp., ca. 400 illus., most in color. Exhibition to be held at Galleria Palatina, Firenze. Summary: Nato a Verona nel 1547 e discendente da una famiglia di ricamatori milanesi, figlio del pittore Giovanni Ermanno, Ligozzi svolse una iniziale attività in terra veronese, spostandosi però ben presto a Firenze dove nel 1577 è documentata la sua presenza presso la corte granducale di Francesco I e dove rimase stabilmente fino alla morte, nel 1627, impiantando una solida bottega. La lunga e complessa vicenda artistica di questo pittore è stata indagata dagli importanti studi di Mina Bacci (Jacopo Ligozzi e la sua posizione nella pittura fiorentina, in Proporzioni, IV,1963, pp. 46-84) e più recentemente dagli interventi dedicati a settori specifici della sua attività da Alessandro Cecchi (Per Jacopo Ligozzi disegnatore di apparati festivi e costumi teatrali, in ' Verona Illustrata', 1997, pp. 5-14), da Lucia Tongiorgi Tomasi (I ritratti di piante di Jacopo Ligozzi, Ospedaletto 1993) e da Lucilla Conigliello (Alcune note su Jacopo Ligozzi e sui dipinti del 1594, in Paragone, XLI, 1990, 485, pp. 21-42) che ha curato anche una mostra dedicata alla sua produzione aretina (Jacopo Ligozzi: le vedute del Sacro Monte della Verna. I dipinti di Poppi e Bibbiena a cura di L. Conigliello, Poppi 1992) e una rassegna incentrata sui disegni conservati nella collezione del Cabinet des Dessins du Louvre (2005). I risultati delle ricerche finora condotte, cui si lega la cospicua serie di referti documentari che consentono di ricostruire ad annum la vita di Jacopo, e soprattutto la presenza del nucleo maggiore di opere sue nelle collezioni di Palazzo Pitti e nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, spiega la necessità di questa mostra che intende illustrare per la prima volta in modo organico l'arco di attività del pittore, mettendo in evidenza i diversi ambiti nei quali si trovò ad operare e la sua poliedrica e versatile fisionomia all'interno del panorama fiorentino. Per questa ragione si è ritenuto opportuno articolare l'esposizione in sezioni tematiche, a partire dai primi tempi presso la corte medicea, dalla quale Jacopo si fece apprezzare fin dal suo arrivo come disegnatore di naturalia, attraverso la raffinata produzione di disegni acquerellati o lumeggiati in oro (illustrati in mostra da una scelta di fogli provenienti dal nucleo del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi) e successivamente come ritrattista (in particolare il bel ritratto femminile oggi agli Uffizi, e lo splendido Ritratto di Maria Gonzaga del Museo Nacional di Lisbona), ma anche sapiente regista di insiemi decorativi (come nel caso delle pitture, oggi perdute, che ornavano lo zoccolo e le finestre della Tribuna degli Uffizi, ordinategli da Francesco I nel 1584, e di quelli, perduti anch'essi, della grotta di Teti nella villa di Pratolino). Jacopo fu inoltre pittore di storia, in occasione dell'allestimento dei grandi dipinti su lavagna nel soffitto del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio o ancora per gli apparati in occasione delle nozze di Ferdinando I e Cristina di Lorena (documentati dallo studio preparatorio conservato oggi al British Museum di Londra). Accanto a queste imprese, Ligozzi si distinse infine come sapiente e delicatissimo progettista di abiti e ricami per tessuti, nonché di manufatti in pietre dure. Riguardo a queste ultime tipologie, si prevede di esporre alcuni disegni per ricami, nonché i piani in commesso marmoreo eseguiti su suo disegno dall'Opificio mediceo, conservati rispettivamente in Galleria Palatina, al Museo degli Argenti e al Museo dell'Opificio delle Pietre Dure. Si intende inoltre dare particolare attenzione al tema delle 'allegorie morali' e soprattutto della 'Vanitas', che Jacopo
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