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Libri antichi e moderni

AFFÒ, Ireneo (1741-1797)

Istoria della Città e Ducato di Guastalla scritta dal Padre Ireneo Affò Minor Osservante prefetto della R. Biblioteca di Parma. Tomo primo [-quarto]

nella regio-ducal stamperia di Salvatore Costa e compagno, 1785-1787

1800,00 €

Govi Libreria Antiquaria

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1785-1787
Luogo di stampa
Guastalla
Autore
AFFÒ, Ireneo (1741-1797)
Editori
nella regio-ducal stamperia di Salvatore Costa e compagno
Soggetto
settecento
Stato di conservazione
Buono
Lingue
Italiano
Legatura
Rilegato
Condizioni
Usato

Descrizione

Quattro volumi in 4to (mm. 253x193). Pp. [16], 388, [4] ed il ritratto calcografico dell'autore inciso da Giacomo Leonardis; VI, [2 bianche], 371, [5] e 2 tavole ripiegate fuori testo (una grande tavola genealogica e la Pianta di Guastalla fatta da Domenico Giunti al tempo di don Ferrante I. Gonzaga, tratta dal disegno originale); VII, [1 bianca], 377, [3 bianche]; VIII, 123, [1 bianca], CCICIV, [2] con 2 tavole ripiegate fuori testo (la pianta della Ducal città di Guastalla incisa da Sebastiano Zamboni su disegno di Giulio Cesare Cani ed una tavola genealogica). Il quarto volume contiene anche gli Statuta illustrissimae communitatis Guastallae, che si aprono con frontespizio proprio. Tutti volumi riportano in appendice i documenti allegati alla Istoria. Fregio xilografico sui frontespizi. Mezzo marocchino verde dell'Ottocento, dorsi a nervi con fregi e titolo in oro. Ottima copia intonsa con barbe.
Prima edizione, dedicata a Don Ferdinando di Borbone, infante di Spagna e duca di Parma, Piacenza e Guastalla, di questa fondamentale storia di Guastalla, frutto di dieci anni di ricerche storico-archivistiche compiute dall'autore in loco durante i suoi anni di insegnamento nella cittadina reggiana.
“La Istoria della Città e Ducato di Guastalla si presenta come l'opera storiografica più compiuta dell'erudito di Busseto, ed effettivamente rappresenta, nel novero delle ‘Storie' delle città cosidette ‘minori', un esempio di tutta rilevanza, data l'epoca ed il contesto sociale nel quale fu strutturata” (E. Bartoli, La “Istoria della Città e Ducato di Guastalla” di Ireneo Affò: quale lettura oggi?, in: “Ireneo Affò nel secondo centenario della morte”, Parma, 2002, pp. 151-152).
Ireneo Affò nacque a Busseto il 10 dicembre 1741. Entrato fra i minori osservanti insegnò filosofia e teologia nelle scuole dell'ordine, finché nel 1768 fu nominato professore a Guastalla dall'infante don Ferdinando. A Guastalla visse per dieci anni, facendo fruttuose ricerche nel locale archivio e compiendo studi di letteratura italiana. Scoprì infatti due nuovi codici recanti una lezione dell'Orfeo del Poliziano diversa dalla ‘vulgata' ed apprestò un'edizione dell'Orfeo tragedia di messer Angelo Poliziano (Venezia, 1776). Inoltre nella Dissertazione sopra i Cantici volgari di S. Francesco d'Assisi (Guastalla, 1777) si propose, valendosi di un codice da lui scoperto, di dare una lezione esatta del Cantico delle Creature e di togliere a S. Francesco tutti gli altri cantici a lui erroneamente attribuiti. Compilò quindi per i giovani un Dizionario precettivo critico ed istorico della poesia volgare (Parma, 1777).
Nel 1778, su proposta di P.M. Paciaudi, Affò fu nominato vicebibliotecario a Parma. Nel 1785 successe come bibliotecario allo stesso Paciaudi morto in quell'anno. A questo ufficio si aggiunsero poi quelli di storiografo ducale e di professore onorario di storia nella locale università. Dal settembre del 1781 al maggio del 1782 compì ricerche in archivi e biblioteche a Roma e in altre città d'Italia. Tra il 1785 e il 1787 pubblicò a Guastalla, in quattro volumi, la Storia della città e ducato di Guastalla.
Da questo momento in poi si dedicò esclusivamente alla storia parmense. I cinque volumi delle Memorie degli scrittori e letterati parmigiani videro la luce a Parma tra il 1789 e il 1797. Altra opera di vastissimo disegno, ma interrotta dalla morte dell'autore, è la Storia della città di Parma (Parma, 1792-95, 4 volumi), che non va oltre il 1346 e fu anch'essa, come le Memorie, continuata da Angelo Pezzana, il quale diede inizio al volume quinto che giunge al 1374, lasciato inedito dall'Affò. L'opera è così ricca di notizie e di documenti che fece guadagnare al suo autore il titolo di ‘padre della storiografia parmense'.
Notevolissima, considerando anche le sue numerosi occupazioni di ufficio e di ministero, fu la produzione dell'Affò: non meno di centotrentatrè opere, tra edite ed inedite, e molte per di più voluminose. Oltre alle giovanili rime sacre e p
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