Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Libri antichi e moderni

Pasolini, Pier Paolo

Il Stroligut. N. 2

Stamparia Primon,, 1946

1000,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

Questo venditore offre la spedizione gratuita
con una spesa minima di 100,00€

Parla con il Libraio

Metodi di Pagamento

Dettagli

Anno di pubblicazione
1946
Luogo di stampa
San Vit,
Autore
Pasolini, Pier Paolo
Pagine
pp. 34 [2].
Editori
Stamparia Primon,
Formato
in 8°,
Edizione
Edizione originale.
Soggetto
Poesia Italiana del '900
Descrizione
brossura azzurra stampata in nero al piatto superiore,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Edizione originale. Perimetrali brunitura alla brossura e alle carte, per il resto ottimo esemplare. Rarissimo quarto fascicolo della rivista letteraria fondata da Pasolini, «Stroligut». Il numero 2 adotta lo stesso formato e lo stesso titolo («Stroligut») del n. 1, mentre i primi due numeri risultavano di dimensioni minori e con il titolo «Stroligut di cà da l’aga». In copertina e al frontespizio compare, come nel n. 1, lo stemma dell’Academiuta di lenga furlana, il cespo di “ardilut” (la valerianella, detta anche dolcetta o songino) disegnato dal pittore friulano Federico De Rocco; sotto il disegno, il motto «O cristian Furlanut / plen di veça salut» (‘O cristiano piccolo friulano pieno di antica salute’). Sarà lo stesso Pasolini, in quel breve ma preziosissimo saggio intitolato «Volontà poetica ed evoluzione della lingua» apparso alle pp. 14-5 di questo numero, a fornire una spiegazione del motto: «Nell’epigrafe dell’Academiuta “cristiàn” è chiamato il friulano (furlanút, l’affettuoso diminutivo), come lingua rimasta intera presso le origini del “cristiano”, quando la nuova religione albeggiava sull’Europa insieme al romanzo. E “plen di veça salut” può essere attributo di quella favella le cui parole, udite dalla viva voce, trasportano con sé in un paesaggio simile a questo, ma al di là di dieci secoli, in un’epoca inconsumata della coscienza, quando simili parole, sia nel latino argenteo sia nella zona ignota del preromanzo, indicavano cose e fatti di una verginità sicura»» (pp. 14-5). Il numero è aperto da una dichiarazione «Al lettore friulano», in cui si traccia un bilancio dell’esperienza dell’Academia di lenga furlana, nata l’anno precedente e di cui lo «Stroligut» era la pubblicazione ufficiale; segue poi l’inedito di Pasolini «Li peraulis o la creatiòn» e alcuni testi di Domenico Naldini, anch’essi al tempo inediti. Si segnala anche il contributo di Gianfranco Contini «Al limite della poesia dialettale», già apparso sul «Corriere del Ticino» il 24 aprile 1943, con una nota in cui il celebre filologo romanzo si esprime chiaramente contro il passato regime fascista: «L’autore tiene a far sapere che, vigendo allora la troppo nota ostilità contro ogni forma di autonomia spirituale, e perciò essendo censurati i dialetti, questo scritto era stato rifiutato da una diffusa rivista romana». Notevole infine, tra gli altri componimenti in versi e in prosa, la traduzione in friulano di «Luna» di Giuseppe Ungaretti, ad opera di Pasolini, qui comparsa per la prima volta. Le poesie sono intervallate dalle belle xilografie di Rico de Rocco nel testo.