Il sindacalismo anarchico di Alberto Meschi.

XVI, 293 p., [8] p. di tav. : ill. ; 24 x 14 cm. Quaderni dell'Istituto storico della Resistenza in Toscana, 1. La vita, l'attività sindacale e politica di Alberto Meschi (1879-1958), qui raccontata con affetto dall'amico Rolland, è una delle più belle figure dell'anarchismo italiano della prima metà del Novecento. Autodidatta, dopo essersi impegnato sin da ragazzo nelle organizzazioni operaie della Spezia, nel 1905 decise di emigrare in Argentina. Ci restò quattro anni, diventando uno dei più seguiti leader libertari e sindacali. Nel 1909 Meschi viene espulso dal paese sudamericano. Tornato in Italia, è chiamato a dirigere la Camera del lavoro di Carrara, guidando le lotte dei cavatori apuani e dei lavoratori della Versilia. Allo scoppio della Prima guerra mondiale è mandato al fronte, finisce prigioniero nei Carpazi, torna in Italia alla fine del conflitto e riprende subito il suo posto di lotta, entrando anche a far parte del Consiglio generale dell'Unione sindacale italiana. Aggredito a più riprese dai fascisti, Meschi è costretto a lasciare Carrara nel maggio del 1922 a riparare in Francia. A Parigi è tra i fondatori della Concentrazione antifascista e della Lega italiana diritti dell'uomo. Nel 1936 va a combattere in Spagna nella Colonna Rosselli, sino alla caduta della Repubblica. Tornato in Francia finisce in campo di internamento. Rientra in Italia dopo la fine del conflitto mondiale e viene incaricato dal CLN di dirigere l'istituto camerale di Carrara, che regge fino al 1947 quando la componente comunista lo estromette dalla direzione della CdL. Brossura editoriale, coperta a colori (b/n, verde e marrone) in cartoncino flessibile plastificato opaco. All'interno 8 pagine di tavole illustrate in b/n fuori testo. Leggeri segni del tempo alla coperta (qualche fioritura), per il resto esemplare integro. Codice libreria 9034.