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Libri antichi e moderni

[Politecnico] Vittorini, Elio (Direttore)

Il Politecnico. Settimanale [poi: Mensile; poi: Rivista] di cultura contemporanea

Editore Giulio Einaudi,, 1945-1947

1700,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1945-1947
Luogo di stampa
Milano,
Autore
[Politecnico] Vittorini, Elio (Direttore)
Pagine
autocopertinati con paginazione varia.
Editori
Editore Giulio Einaudi,
Formato
in folio (poi in 4°),
Soggetto
Poesia Italiana del '900 Narrativa Italiana del '900 Politica

Descrizione

PERIODICO Collezione completa. «Il Politecnico» è la prima importante rivista culturale del dopoguerra, straordinario esperimento di comunicazione nato dall’instancabile maestria editoriale di Elio Vittorini (il direttore), Giulio Einaudi (l’editore) e Albe Steiner (il designer). Nasce come settimanale, con un taglio più aggressivo, sull’attualità, e insieme leggero nel suo formato quotidiano, fino al n. 28 del 6 aprile 1946; si trasforma quindi profondamente, adottando il formato tabloid e la cadenza mensile, scivolando verso il concept della rivista monografica, tipico degli anni ’60. -- «Nata nel clima culturale dell'immediato dopoguerra, la rivista rifletteva l'entusiasmo per la recuperata libertà di espressione [.] e si proponeva di contribuire a creare una nuova cultura. Una cultura orientata ‘a sinistra’, ma attenta a dialogare anche con le altre componenti [.]. Tale apertura prevedeva anche un tentativo di superare, sulla scorta delle indicazioni gramsciane, la matrice astrattamente umanistica di una cultura concepita come ‘hortus conclusus’ rispetto alla società e alla storia. Da qui l’interesse per il pensiero scientifico e per la tecnologia, oltre che per la letteratura e la filosofia. Il tutto all’insegna di una tensione divulgativa che cercava di evitare ogni chiusura in un vacuo specialismo.» (Carnero, «Non di sola ideologia: Vittorini e la stagione del ‘Politecnico’», sito Treccani online) -- Un’impostazione che finì per urtare l’ortodossia del Pci, con Togliatti che accusò il periodico di vacuo enciclopedismo (lettera aperta sul n. 33/34): una frattura consumatasi sugli ultimi fascicoli della rivista, e che ne accelerò la chiusura. -- «Pur nelle difficoltà e negli equivoci in cui venne spesso a trovarsi, la rivista condusse un'importante battaglia culturale, impegnandosi su tutti i fronti della realtà contemporanea, pubblicando importanti documenti letterari e politici (traduzioni da Wright, Michaux, Pasternak, Brecht, ecc.) insieme a voci sino allora inedite in Italia (le prime lettere dal carcere di Gramsci, le prime traduzioni di Lukács, i contributi di Sartre e di S. De Beauvoir)» (Nozzoli in «Dizionario critico della letteratura italiana del Novecento», Roma 1997, p. 648)

Edizione: collezione completa.