In 12°; 31, (1) pp. Brossura editoriale in carta arancione con titolo e stella impressi in nero al piatto anteriore. Prima ed unica rara edizione, rarissima da reperirsi in queste ottime condizioni di conservazione, praticamente come nuova, di questo importante libello che raccoglie il discorso tenuto dal celebre politico, Giuseppe Faravelli (Broni, Pavia 1896 - Milano 1974) tra i fondatori del Partito Socialista Italiano. Giuseppe Faravelli, nato nel 1896 a Milano, fu una figura di spicco nella politica italiana del XX secolo. La sua vita politica iniziò in giovane età, quando si unì al movimento socialista milanese. Nel 1919, durante il biennio rosso, Faravelli partecipò attivamente alle agitazioni sociali e alle lotte per i diritti dei lavoratori, emergendo come un leader carismatico all'interno del movimento sindacale. Faravelli svolse un ruolo cruciale nella fondazione del Partito Socialista Italiano (PSI) nel 1921. In quel periodo, l'Italia era sconvolta dalla crisi economica e sociale, e il PSI si presentava come un faro di speranza per i lavoratori e gli oppressi. Faravelli contribuì alla definizione della linea politica del partito e alla sua organizzazione a livello nazionale, diventando una delle voci più autorevoli all'interno del movimento socialista. Durante gli anni del regime fascista, Faravelli continuò a opporsi con fermezza alla dittatura, mettendo a rischio la propria vita per difendere i principi della democrazia e della libertà. Nel 1926, fu arrestato e imprigionato per le sue attività antifasciste, ma questo non lo fermò nel suo impegno per la causa socialista. Dopo la caduta del regime fascista, Faravelli giocò un ruolo attivo nella ricostruzione politica e sociale dell'Italia. Nel dopoguerra, fu eletto alla Camera dei Deputati nel 1946, diventando una figura di spicco nel panorama politico nazionale. Faravelli si distinse per il suo impegno a favore delle riforme sociali e della difesa dei diritti dei lavoratori, promuovendo leggi a sostegno dell'istruzione pubblica, della tutela del lavoro e dell'assistenza sociale. Nel corso della sua carriera politica, Faravelli ricoprì numerosi incarichi di rilievo, tra cui quello di Ministro del Lavoro nel governo di Ferruccio Parri nel 1945 e di Sottosegretario agli Interni nel governo di Alcide De Gasperi nel 1951. Giuseppe Faravelli si spense a Milano nel 1974, lasciando dietro di sé un'eredità di impegno civile e politico che continua a ispirare le generazioni successive. La sua vita è stata caratterizzata da una ferma dedizione ai valori del socialismo e della democrazia, e il suo contributo alla nascita e alla crescita del Partito Socialista Italiano rimane un capitolo importante nella storia politica del Paese. Scrive Paola Caridi nella voce dedicata a Faravelli nel Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 44 (Treccani 1994): dopo esser espatriato per fuggire alle persecuzioni fasciste, "Nel maggio tornò in Italia, a Milano, prendendo subito parte attiva nel nuovo Partito socialista italiano di unità proletaria (PSIUP), fondato nel 1943. Il F. si distinse subito come elemento di spicco di quell'ala moderata e autonomista del partito riunita attorno a Critica sociale, la rivista che insieme con U. G. Mondolfo fece rinascere nel settembre 1945. Membro della direzione del PSIUP dal consiglio nazionale del partito del luglio 1945 sino al congresso di Firenze dell'aprile 1946, il F. mise in atto una opposizione sempre più intransigente alla sinistra interna, contrastando il patto d'unità d'azione, firmato da PCI e PSIUP nel 1943, in difesa dell'autonomia del partito socialista e del socialismo democratico. Nello scontro tra le frazioni socialiste, il F. si distinse come organizzatore della corrente degli "Amici di Critica sociale", vicina per molti versi alle posizioni di Saragat. Il suo lavoro si orientò a limitare l'egemonia nelle federazioni locali della corrente guidata da Lelio Basso, fintanto che ciò fu possibile. Ma, alla fine del 1946, fu protagonista insieme con i giovani di "Iniziativa socialista" della scissione socialdemocratica di palazzo Barberini: nella frazione di "Critica sociale" rappresentò l'elemento più deciso a condurre sino in fondo il processo di rottura nel PSIUP che diede luogo alla nascita, l'11 genn. 1947, del Partito socialista dei lavoratori italiani (PSLI)". Rifl Bibl.: IT\ICCU\LO1\0331721.