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Libri antichi e moderni

Ridley Matt

Il gene agile. La nuova alleanza fra eredità e ambiente. Traduzione di Isabella C. Blum

Adelphi Edizioni, 2005

25,00 €

Mazzei Libreria Antiquaria

(Bagnone, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2005
Luogo di stampa
Milano
Autore
Ridley Matt
Editori
Adelphi Edizioni
Soggetto
(Biologia - Genetica - Ambiente)
Lingue
Italiano

Descrizione

In-8° (22 x 13,8 cm), pp. 483, (5), copertina editoriale. Normali tracce d'uso alla copertina, in particolare, dorso lievemente scolorito. Piccolissimi, leggerissimi segni d'umido al taglio di testa, per il resto, ben conservato. Titolo originale: Nature via Nurture. Genes, Experience and What Makes Us Human. Volume 39 nella collana «Biblioteca Scientifica». Prima e, al momento della compilazione della scheda (novembre 2020), unica edizione italiana. Risvolto. C’era una volta il dogma centrale della biologia: solo il fenotipo, cioè l’animale già formato, poteva «apprendere», e quindi solo nel processo di sviluppo l’ambiente poteva agire. Non che oggi il dogma sia stato ritrattato, ma si sono acquisite in merito immense conoscenze, e le modalità dell’espressione genica sono state riconsiderate in maniera radicale. La conseguenza è che, a quanto pare, l’ambiente ha presa sull’intero processo di espressione genica. Il vero «programma» della vita, il «macchinario» che esegue materialmente la trascrizione e l’espressione genica, è aperto alle influenze esterne. Dopo decenni di dispute sempre più aspre e ripetitive sulla contrapposizione tra eredità e ambiente, gli schieramenti rivali degli «innatisti» – sostenitori dell’esistenza, nell’uomo, di un nucleo arcaico scarsamente modificabile con l’esperienza – e degli «empiristi» – invariabilmente antidarwiniani in nome di un’idea di progresso – si trovano spiazzati di fronte a fatti che dimostrano come tale dicotomia non abbia basi oggettive. È quanto emerge da questa indagine garbatamente rivoluzionaria dell’èra post-genomica della biologia: indagine ampia, che spazia tra la genetica della malattia mentale e il comportamento criminale, l’enigma del libero arbitrio e l’origine dell’omosessualità. E dove l’autore, con effervescente intelligenza, riassume l’annoso confronto e individua la nuova eccitante prospettiva: in ogni essere umano sono presenti l’espressione delle emozioni di Darwin e l’eredità di Galton, gli istinti di James e i geni di De Vries, i riflessi di Pavlov e le associazioni di John Watson, la storia individuale di Kraepelin e l’esperienza formativa di Freud, la cultura di Boas e la divisione del lavoro di Durkheim, lo sviluppo di Piaget e l’imprinting di Lorenz. Nessuna spiegazione della natura umana che prescinda da uno solo di questi aspetti può dirsi completa. Tuttavia – ed è qui che Ridley si muove su un territorio inesplorato – è del tutto «fuorviante collocare questi fenomeni lungo un continuum esteso dalla natura alla cultura, da ciò che è genetico a ciò che è ambientale. Piuttosto, per comprenderli tutti, nessuno escluso, occorre comprendere i geni».
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