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Libri antichi e moderni

Il Cuoco Piemontese ridotto all'ultimo gusto e perfezione con nuove aggiunte ad uso anche della nostra Lombardia che insegna facilmente a cucinare qualunque sorta di Vivande sì in grasso, che in magro. Istruisce pure nella scelta, e bontà d'ogni cosa appartenente alla Cucina, dando la spiegazione di tutti gli utensili necessarij a tal' Arte; Dippiù insegna il vero metodo per il pasticciere e confetturiere [.]le Minute per le Provvisioni [.] E la maniera di trinciare ogni sorta di cibi

Presso Pietro Agnelli, 1815

900,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1815
Luogo di stampa
Milano
Editori
Presso Pietro Agnelli
Soggetto
Gastronomia, Cucina piemontese, Opere anonime
Descrizione
*Flexibound
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
In ottimo stato
Lingue
Italiano
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

In-12° antico (18x11cm), pp. 408, brossura d'attesa coeva con titolo manoscritto al dorso. 3 tavole fuori testo più volte ripiegate (tavola di 26 coperti servita a 29, tavola di 16 coperti servita a 13 per cena, servizio a 16 per 24 coperti). Fioriture fisiologiche ai contropiatti (modeste) e alle prime e ultime pagine (lievi). Restauro conservativo alle pp. 33-34. Buon esemplare in barbe. Rara ristampa milanese di importante ricettario contenente tutte le ricette classiche della cucina piemontese, il cui scopo fu quello di adattare i metodi di cucina francesi all'utilizzo di ingredienti italiani, il primo effetto del riflusso della cultura gastronomica francese su quella autoctona. L'opera fu stampata primamente nel 1766, la presente è da intendersi come quarta edizione dopo quelle del 1766, 1775 e 1789. L'anonimo autore, mai identificato, fornisce centinaia di ricette per zuppe, primi piatti, piatti di carne (di bue, vitello, maiale, montone, agnello, pollame, selvaggina) di pesce (per il mancato sbocco al mare del Piemonte, il pesce venne timidamente introdotto nella cucina piemontese d'importazione), legumi, insalate, uova, formaggi, frutta, dolci, prosciutti e salumi, sciroppi, dando altresì indicazioni sulle modalità di tagliare le carni, di servire i cibi a tavola nel modo più appropriato, etc. Da notare l'assenza della polenta, allora cibo esclusivamente contadino o comunque riservato alla popolazione dei più umili strati sociali. L'opera fu molte volte riedita, anche con vari adattamenti più o meno liberi del testo e dei contenuti originari, ancora nel secolo decimonono, ed è stata oggetto, nel Novecento, a motivo della sua rarità, di alcune ristampe anastatiche. Cfr. Catalogo B.I.N.G., I, nn. 629; 632. Vicaire, 'Bibliographie gastronomique', p. 899. Bitting, 'Gastronomic Bibliography', 540. Westbury, pp. 69-70. : 'The work is the adaptation of French methods in Italian ingredients, and is comprehensive in its scope'.
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