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Libri antichi e moderni

Porta, Carlo

I paroll d’on lenguagg car sur Manell, in «Teatro italiano antico, vol. X. Drammi rusticali scelti ed illustrati con note dal dott. Giulio Ferrario»

Francesco Fusi e C. editori de’ Classici Italiani, Contrada del - Cappuccio,, 1812

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Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1812
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Porta, Carlo
Pagine
pp. [1 di occhietto] XXIV 453 [1 bianca], c. [1] con ritratto di Michelangelo Buonarroti il Giovane.
Editori
Francesco Fusi e C. editori de’ Classici Italiani, Contrada del, Cappuccio,
Formato
in 8°,
Edizione
Prima edizione.
Soggetto
Poesia Italiana dell' 800
Descrizione
legatura in mezza pelle con ricchi fregi oro al dorso, piatti marmorizzati sui toni del giallo, verde e viola, angolini in pergamena, tagli gialli,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione. Qualche segno di umidità pregressa alle prime carte, fioriture leggere passim, nel complesso un esemplare in condizioni più che buone. Unito a: F. Mariani, Le nozze di Maca commedia rusticale, pp. 85 [1 bianca]. Sede del tutto inusuale per la prima edizione di un sonetto, l’introduzione al volume X del «Teatro italiano antico» accoglie in nota a pagina VI il componimento «I paroll d’on lenguagg car sur Manell», allora inedito (negli esemplari dei «Drammi rusticali» stampati a sé, fuori serie, il sonetto si trova a p. XVI). L’edizione si deve a Giulio Ferrario, curatore del volume, che erige questi versi di Porta a risposta emblematica contro tutti coloro che denigravano il dialetto, non ritenendolo degno delle composizioni letterarie e teatrali. Il sonetto, con tutta probabilità, era già stato composto nel 1810, come attesterebbe una lettera inviata da Porta allo stesso Ferrario il 12 febbraio 1810: «eccovi il Sonetto che mi avete chiesto», scriveva il poeta, e Isella ipotizza che il testo inviato sia proprio I paroll d’on lenguagg, poi effettivamente pubblicato dall’editore (Lettere, p. 117). Ferrario, oltre a stampare il sonetto e a elogiare apertamente Porta («noto e caro a tutti non meno per l’amabile suo carattere, che per le sue poesie amenissime in dialetto Milanese ripiene di vivacità, di grazia e somma naturalezza»), introdusse una nota di commento sul destinatario della poesia: «Questo Sonetto [.] non è riferito ad alcuno, essendo immaginaria la persona cui è diretto [cioè il sur Manell]». Gli editori di Porta, Cherubini compreso, si allinearono all’editio princeps, stampando al primo verso «sur Manell», e accettando che si trattasse di un ignoto personaggio frutto della fantasia dell’autore. Tutto cambia con l’edizione delle Poesie che Raffaello Barbiera procurò nel 1884. Lo studioso infatti, esaminando gli autografi del poeta, rinvenne una nota decisiva per «comprendere tutto lo spirito satirico del componimento» (Poesie ed. Barbiera, p. 326). Scriveva infatti Porta nel manoscritto destinato a suo figlio: «Questo sonetto si legge stampato nella prefazione al X tomo del Teatro Italiano antico […]. Tuttocché però quei Signori abbiano creduto di protestare che questo sonetto non si riferiva ad alcuno, ed abbiano cangiato il nome di Gorelli in quel di Manelli, sappia ch’io lo feci appositamente per rintuzzare la baldanza di questo nominato Gorelli Sienese [.] il quale, in occasione che da un crocchio di amici leggevansi alcuni miei sonetti, ebbe a prorompere in iscandescenze contro il vernacolo nostro e contro chi si dilettava di usarne scrivendo» (Poesie ed. Meridiani, p. 21). Per evitare problemi e complicazioni, insomma, Giulio Ferrario, di sua iniziativa e senza l’autorizzazione del poeta, decise di modificare arbitrariamente la poesia, mutando il nome del destinatario «Gorell», in «Manell». Una volta circolato in questa forma, anche Porta ritenne più prudente non svelare l’inganno, nemmeno nell’edizione da lui approntata per Cherubini. E tuttavia, nel manoscritto destinato al figlio volle chiarire, a lui e a tutti i lettori, le esatte circostanze in cui il sonetto venne composto, e finalmente restituire al senese Gorelli le offese ricevute in occasione del loro incontro. Bibliografia Braidense, n. 86.
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