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Libri antichi e moderni

D’Arrigo, Stefano (Alì Marina 1919 - Roma 1992)

HORCYNUS ORCA.

Arnoldo Mondadori Editore, 1975

80,00 €

Bosio Dedalo M. Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1975
Luogo di stampa
Milano
Autore
D’Arrigo, Stefano (Alì Marina 1919 - Roma 1992)
Editori
Arnoldo Mondadori Editore
Soggetto
letteratura italiana, autori siciliani, postmoderni
Descrizione
Molto ben conservato, conserva la scheda editoriale.

Descrizione

Tela editoriale con sovraccoperta, cm 21 x 14, pp 1257 (5). Conserva la scheda editoriale. Buon esemplare. Edizione originale, stampata a Vicenza dalle Officine Grafiche delle Venezie nel gennaio 1975, culmine di un'intricata vicenda editoriale e di un indefesso lavoro di rifinitura che impegnò l'autore dal 1956 all'autunno del 1974. Prima avvisaglia di questo «poema epico in prosa» fu l'abbozzo (La testa del delfino) inviato da D'Arrigo al premio per inediti Cino del Duca nel 1959; lo scritto fu premiato da una giuria che includeva Vittorio Sereni e Elio Vittorini, i quali ne proposero la pubblicazione a Mondadori. Vittorini, che già s'era interessato al lavoro di D'Arrigo per tramite di Guttuso, volle però includere un estratto dell'opera sul Menabò einaudiano, co-diretto con Calvino: nel 1960 il terzo numero della rivista, dedicato alla narrativa meridionale, ospitò due capitoli del romanzo, notevolmente rielaborato e intitolato «I giorni della fera», accompagnati da un lessico dei vocaboli dialettali che scatenò le ire di D'Arrigo. Nuovamente mutato nella forma e nel titolo (I fatti della fera) il dattiloscritto fu presentato a Mondadori nel 1961 ma la correzione delle bozze inaugurò una riscrittura che durò tredici anni, contribuendo a creare la fama leggendaria del romanzo. All'uscita, col titolo di Horcynus Orca, questa grande riscrittura postmoderna del mito suscitò grande interesse e ottenne giudizi positivi negli ambienti letterari italiani; Primo Levi ne scrisse: «internamente coerente, arte e non artificio; non poteva essere scritto che così». Spaducci, p. 103.
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