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Libri antichi e moderni

Valera, Paolo

Gli scamiciati seguito alla Milano sconosciuta

G. Ambrosoli e C., Editori,, 1881

300,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1881
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Valera, Paolo
Pagine
pp. [2] VIII 105 [3] 7 [3].
Editori
G. Ambrosoli e C., Editori,
Formato
in 16°,
Edizione
Prima edizione.
Descrizione
brossura originale color giallo, al piatto anteriore titoli in ricco fregio editoriale, all’inferiore catalogo dell’editore Ambrosoli,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione. Ottimo esemplare (piccole mancanze al dorso, qualche strappetto perimetrale passim), a pieni margini. Il romanzo più teatrale di Valera «per la successione di battute gergali furbesche, per la rapidità con cui si mutano le scene, per l’asciuttezza delle descrizioni» (Farinelli, La scapigliatura, p. 194), Gli scamiciati segue di soli due anni la pubblicazione di Milano sconosciuta e ne costituisce una sorta di continuazione coerente. I protagonisti sono qui un gruppo di disperati imbarcatisi sul “Barchett di pover” che, percorrendo il Naviglio, li condurrà a lavorare in risaia. Come in Milano sconosciuta, costante risulta la «brutale violenza rappresentativa», portata però negli Scamiciati agli esiti più estremi, fino «ai limiti dell’osceno» (Mariani, Storia della scapigliatura, p. 626). -- Ulteriore elemento di novità, Valera individua qui un nuovo motivo polemico, scagliandosi contro coloro che parlano delle miserie del popolo senza averne nessuna esperienza, e andando così a definire il “modus scrivendi” della sua produzione, di stampo etno-antropologico: -- «Ogni qualvolta ci tocca leggere in un giornale o in un libro, che l’autore ha vissuto ai fianchi della plebe, per provare ch’egli è saputo in materia, un fiotto di rabbia ci scappa dal labbro. Bisogna averla avvicinata, essere disceso nel sottosuolo, saperne i costumi, le sofferenze, i digiuni, le ingiustizie. Bisogna aver vissuto con lei; aver riposato sullo stesso capezzale di granito o di paglia, aver indossato gli stessi cenci, essersi riscaldato al gran fuoco comune: il sole. Bisogna aver provato il pungolo della fame sotto il cielo inondato di luce, tra gli uccelli che si cibano liberamente innanzi alle risorse della natura; bisogna aver pianto tra un mondo di gente paffuta e allegra e brilla che passa e ripassa sotto gli occhi, quasi insulto, quasi scherno alle budella che rumoreggiano sordamente» (pp. III-IV). -- Edizione molto rara, solo sei esemplari censiti nell’Opac Sbn. L. Bani, «Paolo Valera: ideologia e critica sociale nella Milano dei misteri urbani», in «Transalpina», 25/2022, 101-118; G. Viazzi, «Appunti sulla prosa di Paolo Valera», Belfagor, Vol. 28/2, 31 marzo 1973, pp. 206-216; Farinelli, p. 194; Mariani, p. 626.
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