Dettagli
Autore
Casti Giambattista
Descrizione
4 tomi in 2 voll. in 16, [mm. 146 x 94], pp. (4) – 236 – (4); (4) – 258 – (4); (4) - 262 – (2); (4) – 195 – (1), ciascuno tomo ha una vignetta in antiporta e proprio frontespizio con cornice e vignetta.In mezza pelle rossa con fregi dorati al dorso: in basso un fregio a motivo vegetale a rotella entro un filetto triplice, più spesso quello centrale. Grande fregio floreale e quindi autore, titolo e numero del tomo entro filetto arcuato; in alto altro piccolo fregio floreale sotto il triplice filetto.Esemplare in perfetto stato con qualche macchia dovuta al tempo ai tagli anteriori.Errori di numerazione a p. 230 del I tomo, p.3 del III ed alla p. 144 del IV.Il Casti, nacque ad Acquapendente il 29 agosto 1724, divenuto sacerdote nel seminario di Montefiascone, nel 1747 fu a Roma e Firenze dove venne nominato poeta di corte dal Granduca Leopoldo II. Viaggiò in Europa: fu a Vienna, a Berlino, poi in Spagna e Portogallo e quindi in Russia alla corte di Caterina II che dovette lasciare dopo la composizione del Poema Tartaro.Con questa che è la sua opera più famosa, in ventisei canti di sestine, imitando Esopo attribuisce agli animali non solo la parola, ma i vizi e le virtù degli uomini, non a scopo didascalico, ma per mettere alla berlina i suoi contemporanei e la vita di corte. La satira del Casti prende infatti di mira l’Europa post-rivoluzionaria, negli animali che si danno un governo eleggendo il leone ma vengono governati in realtà dalla sciocca leonessa nella quale era facilmente riconoscibile Caterina II di Russia e gli intrighi di corte già Compose anche libretti d’opera per Salieri e venne infine nominato poeta cesareo a Vienna, non dal suo antico protettore Leopoldo II che era divenuto imperatore, ma dal figlio Francesco I che gli era succeduto. Morì a Parigi il 6 febbraio 803.Come scrivono gli editori a p. 66 all’opera fa seguito un canto sempre in sestine che illustra l’origine dell’opera e poi, da p. 95, seguono i quattro apologhi L’asino, Le pecore, La lega dei forti e La gatta e il topo che erano stati composti prima degli Animali parlanti. L’ultima composizione è In lode della Marchesa Litta Belgiojoso. Canzone estemporanea Nella Villeggiatura D’Orio in Novembre 1789.In questa edizione stampata alla macchia da Giuseppe Ruggia a Lugano le antiporte e le medaglie poste al frontespizio raffigurano scene del poema: la prima antiporta raffigura la cerimonia del Leccazampa in cui gli animali rendono omaggio al Leone, mentre nella medaglietta è raffigurata la visita del Leone alla biblioteca in cui è bibliotecario il Sorcio. Al II tomo è raffigurata una danza di corte con il Pavone che domina la scena, mentre la medaglietta rappresenta un’avventura tra la Pantera che è maggiordoma di corte e l’Ipelalfo, il cervo-cavallo innamorato a sua volta della cerva che nascosta sente tutto; nel III tomo c’è invece la rappresentazione della lotta fra gli animali fedeli al re ed il ribelli con l’Elefante che scagli in alto il principe Leone II, nella medaglietta è invece raffigurata la sepoltura del principino. Al IV tomo l’antiporta raffigura invece la tempesta che sommerge l’Atlantide, la terra dove si svolge il racconto – le poche parti non sommerse sono le Isole Canarie – mentre la Volpe che astutamente era salita sulla groppa della Balena è colpita da un fulmine ed il Cavallo, l’unico giusto, viene salvato da un uccello. La medaglietta raffigura la cetra del poeta appesa ad un ramo al termine della sua fatica.