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Libri antichi e moderni

(Chiarizia O Claricia Ottavio M., Domenicano)

Giannone da' Campi Elisj ovvero conferenze segrete tra un savio ministro di Stato e l'avv. Pietro Giannone intorno ad importantissimi obbietti che riguardano il benessere della nazione napoletana.

1791

120,00 €

Magnanet Libreria Antiquaria

(Montepulciano, Italia)
Chiusi per ferie fino al 31 Dicembre 2024.

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1791
Luogo di stampa
S.l.t. (Napoli)
Autore
(Chiarizia O Claricia Ottavio M., Domenicano)
Soggetto
Regno di Napoli-Censi feudali - "Chinea"- Giannone
Lingue
Italiano

Descrizione

8°, pp.VIII-263 (1) (con Errata), cop. posticcia. Fioriture diffuse prevalentemente alle cc. iniziali. Rare picc. mancanza ai margg. Tarlature marginali. Una mancanza al marg. bianco infer. delle ultime 2 carte. Curiosa opera costituita da 5 lettere, indirizzate al segretario di stato del regno di Napoli, dal deceduto Pietro Giannone, che il 17 marzo 1748 era stato trasportato dalle "tumultuose vicende di questo mondo e dalla cittadella di Torino. al tranquillo soggiorno de Campi Elisi" (p.22). Da qui la visione delle vicende umane è totale, perché alla porta giacciono "scarmigliati e confusi il sedizioso spirito di partito, il rovinoso fanatismo, la sciocca superstizione, la cieca ignoranza, l'orgoglio, il disprezzo" e ciò permette al Giannone un esame obiettivo del regno di Napoli e dell'inutile contesa con la corte di Roma sulla chinea (cioè il censo che il regno di Sicilia, come vassallo del pontefice, doveva pagare alla corte di Roma), delle opere anonime ("scritturacce") contro la Chiesa (nelle pp.40-42 sono indicate 25 opere su questo argoento), della Storia civile che gli era costata la persecuzione e così via. Gli argomenti delle 5 lettere sono indicati nei sottotitoli: 1.Ragguaglio dello stato politico ed economico della città di Napoli; primo abboccamento col march. Simonetti segretario di Stato; 2 e 3.Giannone svela al marchese la sua persona; racconta il ricevimento fattogli da letterati napoletani allorchè arrivò ai Campi Elisi; chiama a sindacato le scritturacce, i libricoli e le cartucce stampate in occasione della chinea, si condanna in esse tutto ciò che offende la sovranità, la religione che scredita la letteratura napoletana; 4. Si discutono i motivi onde si son indotti a scrivere sulla controversia della Chinea tanti ignoti e ignobili autori.; 5.Si propongono gli espedienti escogitati dall'assemblea dei Campi Elisi come i più opportuni per ovviare a danneggiamenti fatti tanto alla lettare, quanto al costume. Digrande interesse è la storia del censo "che il regno delle Sicilie deve presentar al s.pontefice. nella festività de' ss.Apostoli. Clemente IV ne prescrisse le regole nell'investitura che diede nel 1265 a Carlo I. In questa parlò dell'obbligo di far presentare il censo delle 8000 oncie d'oro ogni anno e del cavallo bianco ogni triennio al. s. pontefice."(pp.92-94). [Melzi I 448. Sconosciuto a Minieri Riccio].