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Libri antichi e moderni

De Marchi, Emilio

Giacomo l’idealista. Romanzo di Emilio De Marchi

Tipografia della Perseveranza,, 1897

150,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1897
Luogo di stampa
Milano,
Autore
De Marchi, Emilio
Pagine
pp. [6] 410 [4].
Editori
Tipografia della Perseveranza,
Formato
in 16°,
Edizione
Edizione originale.
Soggetto
Narrativa Italiana dell' 800
Descrizione
brossura originale grigio chiaro interamente illustrata in litografia bianco nero al piatto superiore, con prezzo al posteriore, conservata entro legatura primo Novecento in pieno cartonato color tabacco chiaro con doppio tassello in marocchino nero sul dorso liscio; segnalibro in seta rossa;
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Edizione originale. Più che buon esemplare in sobria legatura che conserva i piatti della bella copertina originale illustrata; pieni margini con fogli diseguali; qualche punto di foxing e una lieve gora d’acqua al piede delle carte. Il protagonista del romanzo, Giacomo, «è una sorta di Demetrio-Arabella con un di più di complicazioni intellettuali a sfondo filosofeggiante (essendo Giacomo professore di filosofia). [.] come le tipiche figure della narrativa demarchiana, è una vittima dell'amore, delle vicende umane che non sa governare e che quindi lo travolgono, è un altro antieroe della sofferenza e della rassegnazione. Ancora una volta la morte, in questo caso di Celestina, la giovane amata da Giacomo, viene a sciogliere una vicenda che denuncia, come in “Arabella” e in “Demetrio Pianelli”, l'impossibilità dell'amore, l'impraticabilità della virtù, la prevalenza dei forti sui deboli, la sconfitta certa di ogni illusione o “idealismo”. Lo sfondo della storia è qui più ambizioso e complicato dalla presenza di piani sociali diversi: c'è uno spaccato di società nobiliare impersonato dai conti Magnenzio di Villalta, l’ambiente contadino evoluto di Mauro Lanzavecchia, il mondo dei politici ritratto negli intrighi e nelle pratiche opportunistiche […]; la dimensione paesaggistica brianzola, nella quale la vicenda è collocata, è probabilmente l’aspetto stilisticamente più riuscito del romanzo, nel quale si avverte un’eco indubbia della complessità strutturale e tematica di “Piccolo mondo antico” di Fogazzaro (che è del 1895) e, ancora una volta, dei “Promessi sposi” di Manzoni, di cui è ricalcata la situazione base dell'amore tra due giovani, insidiato e violentato dalla prepotenza del nobile locale, nonché figure laterali e interi episodi» (Lucia Strappini, voce DBI, vol. 38, 1990). Parenti, Rarità, VIII, p. 118