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Libri antichi e moderni

Curioni Giulio

Geologia Parte Prima – Parte Seconda, Geologia Applicata alle Provincie Lombarde; Descrizione ragionata delle sostanze estrattive utili metalliche e terre raccolte nelle provincie lombarde di Giulio Curioni

Ulrico Hoepli Libraio-Editore,, 1877

260,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1877
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Curioni Giulio
Editori
Ulrico Hoepli Libraio-Editore,
Soggetto
GEOLOGIA PALEONTOLOGIA PRIME EDIZIONI LOMBARDIA CARTOGRAFIA, RARITA' BIBLIOGRAFICA

Descrizione

In 8°; due tomi ed una carta in una carpetta moderna. (12), 418, (2) e una c. di tav. più volte ripiegata (Con veduta prospetticca della sezione dei terreni della sponda destra dell'Oglio e del lago d'Iseo); (8), 296 pp. e una grande c. di tav. a spicchi montata su tela con rappresentazione geologica a colori e legenda degli stessi della Lombardia. Legatura di fine ottocento in mezza tela rossa, con titolo impresso in oro al dorso e piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Qualche traccia di foxing in alcune pagine, dovuta alla qualità della carta utilizzata, due antiche note di possesso private ai due frontespizi con il nome dell'antico proprietario. Prima edizione di questa importante opera di geologia dedicata al territorio lombardo. Scritta del celebre geologo e paleontologo italiano, Giulio Curioni (Milano, 17 maggio 1796 – Milano, 21 settembre 1878) che fu tra i più eminenti geologi del suo tempo. Laureatosi in Scienze Naturali presso l'Università degli Studi di Pavia, deidcò la sua vita allo studio della terra, contribuendo in modo significativo alla comprensione della geologia e alla diffusione della disciplina. Curioni è noto per la sua pionieristica opera "Geologia Applicata all'Agricoltura," pubblicata nel 1832, che ha aperto nuove prospettive nell'applicazione della geologia all'agricoltura. In questa pubblicazione, Curioni ha esaminato il legame tra la composizione del suolo e la crescita delle colture, contribuendo così allo sviluppo delle pratiche agricole basate sui principi geologici. La sua ricerca si è estesa alla stratigrafia, con l'opera "Stratigrafia Lombarda" del 1845, in cui ha delineato la successione stratigrafica della regione lombarda, fornendo un contributo rilevante alla geologia regionale. Curioni ha anche scritto opere influenti sull'idrogeologia, affrontando questioni legate alle risorse idriche sotterranee e alla loro gestione sostenibile. Il geologo trascorse gran parte della sua carriera presso l'Università degli Studi di Milano, dove istituì corsi e laboratori dedicati alla geologia, influenzando generazioni di studenti. La sua metodologia scientifica rigorosa e il suo impegno nell'istruzione hanno contribuito a consolidare la geologia come disciplina accademica in Italia. Giulio Curioni è stato anche coinvolto in importanti progetti di mappatura geologica, documentando la struttura geologica di diverse regioni italiane fra le quali, appunto, la Lombardia. La sua dedizione alla ricerca scientifica e il suo impatto duraturo sulla geologia italiana lo rendono una figura di rilievo nella storia della disciplina. Curioni morì nel 1878, ma il suo lascito vive attraverso le sue opere e l'influenza che ha avuto sulla geologia italiana del XIX secolo. Scrive Bruno Accordi nella sua voce dedicata a Giulio Curioni nel Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 31 (1985): " . Uno dei temi preferiti dal C. fu lo studio delle formazioni triassiche lombarde, tema che lo portava a combattere la corrente dominante dei geologi tedeschi e francesi. L. Elia de Beaumont aveva sentenziato che la catena lombarda era costituita, in maggioranza di terreni. del Giurassico, e non più antichi e nessuno osava controbattere tale affermazione. Ma il C., con lunghe e minuziose ricerche, dimostrò che non solo il Triassico esistevain quella regione, ma era ben sviluppato in tutti i suoi piani; portò le prove che appartenevano addirittura a quel periodo le maestose formazioni delle Grigne, del Resegope, della Presolana, dei "calcari di Esino", delle formazioni di Gorno e di Dossena e degli scisti di Perledo e di Besano, così ricchi di fossili da permettere una dettagliata stratigrafia di quel periodo. Egli scoperse nel 1865, in Val Camonica, persino una lente di terreni del ben più antico Carbonifero. Comunque non fu.mai polemico, ma, privo com'era di idee preconcette, fu anzi pronto ad ammettere, le opinioni altrui, qualora ben documentate: lo dimostra anche la stima e l'amicizia che per lui nutrì lo Stoppani, con il quale ebbe parecchie divergenze scientifiche. [.] Poderosa, esauriente e ancora in parte attuale è la sua opera in due volumi sulla Geologia applicata delle provincie lombarde (Milano 1877), accompagnata da. una carta geologica- dettagliata e ancor utile - da lui rilevata in quarant'anni di faticoso lavoro in montagna. Nei due volumi egli mise in luce tutti gli elementi, utili alle industrie estrattive, senza entrare in., merito alle teorie speculative e astratte allora di moda: così egli fu tacciato, dagli studiosi teorici, di aver ripudiato il concetto dell'attualismo di Lyell e di non aver a sufficienza tenuto conto delle osservazioni di Elia de Beaumont, di L. von Buch, di B. Studer: accuse infondate, perché in uno studio già ponderoso e di carattere spiccatamente pratico non trovano posto le diatribe su disquisizioni puramente scientifiche non ancora consolidate. Utilissima fu invece la minuziosa descrizione dei giacimenti dei minerali metallici, dei. silicati utili, dei combustibili e delle pietre usate nell'edilizia. Ancor più importante è forse il capitolo in cui il C. enumera i giacimenti "che si incontrano sporadicamente nelle rocce, quantunque di nessuna importanza industriale, e ciò allo scopo di dissipare le illusioni in cui cadono molti, vogliosi di dedicarsi alle industrie metallurgiche". Delle serie di campioni illustrativi delle formazioni geologiche della Lombardia da lui raccolte nel corso degli anni, il C. fece dono al Museo del Comitato geologico di Roma e ad alcuni musei o scuole minerarie della Lombardia". Opera non comune in questa prima edizione completa dei due volumi e della grande cara più volte ripiegata. Rif. Bib.: IT\ICCU\GEA\0006039.