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Libri antichi e moderni

Spatola, Adriano

Diversi accorgimenti. Nota critica di Luciano Anceschi

Geiger,, 1975

200,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1975
Luogo di stampa
Torino,
Autore
Spatola, Adriano
Pagine
pp. 77 [3].
Collana
collana «Geiger/p», 25,
Editori
Geiger,
Formato
in 16°,
Edizione
Prima edizione.
Soggetto
Poesia Italiana del '900
Descrizione
brossura bianca con titoli neri al piatto e al dorso,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione. Brossura leggermente fiorita e piccola gora al margine inferiore delle ultime carte, per il resto ottimo esemplare. Una delle raccolte poetiche più importanti - se non la più importante - di Adriano Spatola. Pubblicato dalla Geiger nel 1975 e accompagnato da una nota critica del maestro Luciano Anceschi, «Diversi accorgimenti» venne così recensito da Antonio Porta su «Il Giorno» del 24 marzo 1976: «Al principio di questo piccolo libro in bianco e nero il poeta Adriano Spatola è ritratto a penna dall’amico pittore mentre contempla un libretto simile a questo aperto sopra una tavola. Tutta la realtà è concentrata nel flusso formato da quello sguardo e dal rinvio dello stesso da parte dell’oggetto osservato. Un’immagine che introduce correttamente nel mondo di un poeta che ha attraversato più di una tempesta culturale opponendosi alle avversità con una grande pazienza, fidando nella propria capacità elefantina di recupero. A questo punto la poesia viene ridefinita attraverso la sua stessa poesia e recuperata come luogo di vita intellettuale privilegiato. Dice Luciano Anceschi che Spatola “. ha ridato fiato a strumenti delicati che sembravano costretti per sempre al museo”. Ciò è reso possibile nella misura in cui il fare poesia ritorna a essere un atto di nascita o di rinascita, a qualunque costo, il primordiale battito della vita, tracciato di emersione dal caos del reale. Per questo la sua musica può apparire insieme antica e nuova. Le mura del museo sono state abbattute e distribuiti tutti i flauti di canna che vi erano conservati a testimonianza dei tempi perduti».
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