In 4° (24x16,5 cm); (48), 479, (1) pp. Legatura seicentesca in piena pergamena con titolo impresso in oro al dorso. Un forellino nel margine alto bianco del volume, ininfluente che diviene un piccolo tunnel in una ventina di pagine ma sempre piccolo e che non tocca il testo. Alcuni quaderni leggermente ed uniformemente bruniti a causa della qualità della carta utilizzata. Tagli spruzzati. Quarta edizione ma prima che presenta le postille nei margini egli indici ampliati di questa celebre opera del celebre politico, storico e diplomatico veneziano Paolo Paruta (Venezia, 14 maggio 1540 - Venezia, 6 dicembre 1598). Lopera presentata ebbe enorme risonanza nel cinquecento e nel seicento, tanto che molto devono a lei le Considerations sur les causes de la grandeur des Romains et de leur décadence (1734) di Montesquieu. Il volume è una difesa sentita del sistema politico repubblicano che vede, per il Paruta, la sua forma realizzazione ideale in quella veneta. Scrive il Venturelli nel suo studio Mito di Venezia e governo misto in Della perfettione della vita politica di Paolo Paruta, 1961, Società Italiana di filosofia politica, riguardo a questopera: Della perfettione [è] unopera che assume le sembianze di un articolatissimo dialogo a più voci ambientato allinizio dellestate del 1563 a Trento
I principali obiettivi di questo scritto parutiano, che offre un suggestivo quadro dellambiente culturale veneziano del tempo, consistono nella giustificazione morale dellimpegno civile, così da restituirgli quella dignità e quel valore che sembra avere in parte smarrito nel corso dei decenni precedenti, e nella raffigurazione di un modello ideale di uomo politico. In Della perfettione, la vita attiva e limpegno civico paiono a tratti occupare un ruolo dimportanza pari o, talvolta, anche superiore a quello della religione, nonostante le ripetute dichiarazioni di fedeltà alla Chiesa
. Paruta "Nato a Venezia da una famiglia di antica origine lucchese (i Paruta), dopo aver studiato a Padova, ha avuto numerosi ruoli politici all'interno della Repubblica di Venezia tra cui quello di segretario ad uno dei delegati veneziani al Consiglio dei Dieci. Nel 1562 accompagnò l'ambasciatore Michele Suriano alla corte dell'imperatore Massimiliano II agendo come storiografo ufficiale della Repubblica, durante questa sua funzione scrisse l'orazione funebre per i morti nella battaglia navale di Lepanto. Dopo il cambio di governo fu eletto Savio della Terraferma (responsabile dell'amministrazione dei possedimenti continentali della Repubblica) e quindi senatore. Nel 1579 fu nominato storico ufficiale della Repubblica in successione a Luigi Contarini. Continuò la narrazione da dove il Cardinale Bembo la aveva lasciato nel 1513, completandola fino al 1551. Fu eletto provveditore della Camera nel 1580, commissario del Cadore nel 1589, Savio del gran consiglio nel 1590, governatore di Brescia dal 1590 al 1592, ambasciatore presso il Papa a Roma dal 1592 al 1595, quindi provveditore (procuratore) di San Marco nel 1596 a pari dignità del Doge e provveditore delle Fortezze nel 1597. L'anno successivo morì.". Scrive il Lozzi riguardo al lavoro di Paruta: "Non ha pari il Paruta, a giudizio del Foscarini, nelle storie antiche italiane, singolarmente per gli ammaestramenti civili instillati con mirabile accortezza nell'intero corpo della narrazione e provenienti da ricco fondo di dottrina in quella parte che riguarda i costumi degli uomini e dei governi". Lozzi, 6088. Rif. Bibl.: Gamba 1561: Originale e bella edi-zione; Bozza, Scrittori Politici, p. 54; Ferrari, Corso sugli scrittori politici, lez. XIX; Adams P 360; Bozza, Scrittori Politici, p. 54.; Ferrari, Corso sugli scrittori politici, lez. XIX; Cobham - Jeffery, p. 49; Cicogna, Bibl. Veneziana, 571; Graesse, V, 144; Platneriana, 420.