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Libri antichi e moderni

Maffei Scipione

Dell' impiego del danaro. Libri tre alla Santità di Nostro Signore Benedetto Decimoquarto. Seconda edizione accresciuta dì una Lettera Enciclica di Sua Santità e d' altra Lettera dell' Autore alla medesima Santità Sua

Giambatista Bernabò e Giuseppe Lazzarini, 1746

700,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1746
Luogo di stampa
in Roma
Autore
Maffei Scipione
Editori
Giambatista Bernabò e Giuseppe Lazzarini
Soggetto
Economia, Usura
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
In ottimo stato
Lingue
Italiano
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

In-4° (262x185mm), pp. XXXVI, 300, legatura coeva p. pergamena rigida con titolo in oro su tassello in pelle rossa al dorso. Frontespizio in rosso e nero con vignetta calcografica con due putti che sorreggono le armi di papa Benedetto XIV. Capilettera e finaletti istoriati in calcografia. Una firma del tempo. Qualche alone alla pergamena, normali fioriture interne. Buon esemplare. Seconda edizione, di un anno posteriore all'originale, di questa opera di grande importanza nell'àmbito del settecentesco dibattito sull'usura, in cui il Maffei dichiara lecito un interesse sui prestiti di danaro, facendosi fautore delle tesi liberistiche proprie dei paesi protestanti e adducendo numerosi esempi pratici di mercatura. Le autorità ecclesiastiche condannarono tempestivamente l'opera (da notare che a essa replicò Daniele Concina, il famoso poligrafo friulano dell'ordine dei domenicani, che si propose di confutare sistematicamente le tesi propugnate dal Maffei), ordinandone il ritiro immediato, sicché, in questa seconda edizione, il Maffei assunse una posizione piu morbida sull'argomento, avendo Benedetto XIV, dedicatario dell'opera, nel frattempo pubblicato la famosa enciclica 'Vix pervenit', che condannava proprio la pratica dell'usura. Scrive Franco Venturi: 'Le sue conclusioni, e in questo sta il merito dell'opera sua, non sono più teologiche, ma storiche. L'usura in tutta l'antichità e nel medioevo. era stata giustamente condannata perché riguardava lo sfruttamento da parte dei potenti degli elementi più miserabili della popolazione. Modernamente l'usura è il prestito ad interesse di un capitalista ad un benestante, ed è perciò legittimo, legittimo anzi proprio perché utile e benefico. Egli era apertamente per la civiltà del denaro, dei prestiti ad interesse, conscio com'era della sempre maggiore necessità di tali strumenti nella vita economica moderna' (Settecento Riformatore, I, pp. 122-124). Cfr. Einaudi, 3604. Kress, 4716. Kress Italian, 254. Mattioli, 2189. Graesse, IV, 334.