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Libri antichi e moderni

Alfieri, Vittorio

Del principe e delle lettere libri tre

Dalla tipografia di Kehl co’ caratteri di Baskerville,, 1790-1795

25000,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1790-1795
Luogo di stampa
[Kehl],
Autore
Alfieri, Vittorio
Pagine
pp. 223 [1].
Editori
Dalla tipografia di Kehl co’ caratteri di Baskerville,
Formato
in 8°,
Soggetto
Narrativa Italiana dell' 800 Letteratura Antica
Descrizione
legatura novecentesca in pieno marocchino blu notte, dorso a 5 nervi, titoli e filetti oro, tagli oro, segnalibro in seta colorata,

Descrizione

LIBRO Editio princeps. Ottimo esemplare, ben marginoso e pulitissimo (lieve alone al margine esterno delle prime carte, un forellino ad a4, lontano dal testo, minimo foxing passim; restauro conservativo alla cerniera del piatto anteriore). Editio princeps di uno dei saggi più importanti dell’Alfieri politico, considerato dall'autore stesso «come “un comento a una parte” della “Tirannide””, quasi come una sua estensione ed applicazione all'ambito letterario» (“Per far di bianca carta carta nera”, n. 10) segnato dal tentativo di collocare la figura dello scrittore all’interno del migliore sistema di governo, quello che maggiormente favorisca la nascita delle “Lettere”. --- L'avvincente storia editoriale delle opere stampate a Khel è ricostruita dallo stesso poeta nelle pagine della sua «Vita». Mentre si trovava in Alsazia, si recò con l’amico Tommaso Caluso di Valperga a visitare «la famosa tipografia stabilita in Kehl grandiosamente dal Signor di Beaumarchais, coi caratteri di Baskerville comprati da esso, e destinato il tutto alle molte e varie edizioni di tutte le opere di Voltaire. La bellezza di quei caratteri, la diligenza degli artefici, e l’opportunità che mi somministrava l’essere io molto conoscente del suddetto Beaumarchais dimorante in Parigi, m’invogliarono di prevalermene per colà stampare tutte l’altre mie opere che tragedie non erano; ed alle quali avrebbero potuto essere d’intoppo le solite stitichezze censorie, le quali esistevano allora anche in Francia, e non picciole» (V. Alfieri, «Vita scritta da esso», in «Opere», I, introduzione e scelta di M. Fubini, testo e commento a cura di A. Di Benedetto, Milano-Napoli, Ricciardi, 1977, p. 264). -- In prima istanza Alfieri fece imprimere «L’America libera», e la stampa «ne riuscì così bella e corretta [.] ch’io poi per due e più anni consecutivi vi andai successivamente stampando tutte quelle altre opere, che si son viste o che si vedranno. E le prove me ne venivano settimanalmente spedite a rivedere in Parigi; ed io continuamente andava sempre mutando e rimutando i bei versi interi; a ciò invitandomi, oltre la smisurata voglia del far meglio, anche la singolar compiacenza e docilità di quei proti di Kehl, dei quali non mai abbastanza mi potrei lodare» («Vita scritta da esso», II, p. 214). --- Tra il 1788 e il 1790 Alfieri fece stampare le sue opere, tra cui «Del principe e delle lettere». Negli anni successivi le vicende editoriali si faranno sempre più avventurose, seguendo le imprevedibili traiettorie della vita dell’autore: nel 1792 Alfieri dovette fuggire da Parigi, lasciandosi alle spalle, oltre alla biblioteca personale, anche le copie delle edizioni Kehl da poco stampate (circa 500 esemplari ciascuna) e mai messe in circolazione. Requisiti dal governo rivoluzionario, gli esemplari rinvenuti nella dimora parigina di Alfieri vennero in parte acquisiti dalle biblioteche pubbliche della capitale francese, in parte andarono venduti o dispersi. Le opere stampate a Kehl e mai distribuite assumono dunque una rarità quasi leggendaria. --- La pubblicazione del «Principe» fu per Alfieri assai complessa: «Una lettura attenta del testo mostra le incertezze, le oscillazioni, le difficoltà e i ripensamenti attraverso cui l'Alfieri riesce, infine, a far valere e a svolgere nelle sue implicazioni la sua fede nell'efficacia liberatrice delle lettere, che gli fa sognare l'avvento di un “nuovo secolo letterario, chiamato "dalla virtù che il fea nascere, e che proteggevalo sola, il secolo della indipendenza (Del principe e delle lettere, III.9, vol. I, pp. 242-244, ed. Cazzani)» (D’Andrea, «Del principe e delle lettere”, pp. 312-13). E i continui ripensamenti sono testimoniati anche dall’intricata vicenda editoriale che condusse alla stampa: il testo definitivo, che oggi leggiamo nell’edizione della tipografia Kehl che qui presentiamo, passò attraverso revisioni e riscritture: «L’approfondito lavoro di revisione del Principe in vista della stampa si svolse a Parigi su una copia di servizio dettata al segretario del tempo, Gaetano Polidori, entro la metà del 1789, come documenta la schedula del Rendimento di conti relativa a quell’anno: “In tutto maggio, dettati e corretti i due libri del Principe e della Tirannide” (Vita, vol. II, p. 263). A lungo e inutilmente ricercata dagli studiosi di Alfieri, la copia Polidori, che affianca alla tormentata redazione intermedia del trattato anche quella della Tirannide e del Panegirico di Plinio a Trajano, è stata rintracciata da Roberto Marchetti nella collezione privata della famiglia Ferrero Ventimiglia ed è apparsa di recente nella mostra di prime edizioni e cimeli alfieriani tenutasi presso la Biblioteca Reale di Torino dal novembre al dicembre del 2001» (C. Mazzotta, scheda n. 98 della Mostra Alfieriana, Biblioteca Medicea Laurenziana, 2003-2004; cfr. anche D’Andrea, «“Del Principe e delle Lettere”: dal manoscritto laurenziano alla stampa di Kehl»). Il lavoro sul testo proseguì assiduamente anche quando i torchi ormai erano in movimento: nell’edizione definitiva furono infatti inseriti dei “cartolini volanti”, segnati con un asterisco nel margine inferiore interno del foglio, a sostituire pagine con errori da correggere. Ma gli interventi di Alfieri furono anche puntuali, letteralmente in corso di stampa, al di fuori dei cartolini, come testimonia la lezione «quanto fia» in luogo di «quanto sia» (p. 122 r. 1, cfr. D’Andrea, pp. 322-23), presente in pochissimi esemplari, tra cui quello qui presentato. Ricorda Parenti, nei “Luoghi di stampa falsi”, che «i rarissimi opuscoli alfieriani recanti l’indicazione ‘Dalla tipografia di Kehl, co’ caratteri di Baskerville, furono veramenti impressi a Kehl nella tipografia del Beaumarchais, amico dell’Alfieri, fra il 1787 e il 1789, ma quasi tutti con l’anno di stampa falso». -- Ne sono censite solo due copie nel catalogo Sbn (Biblioteca del Centro nazionale di studi alfieriani, Asti; Biblioteca nazionale Braidense, Milano); se ne conosce una copia alla British Library e una alla Bibliothèque Nationale de France. L. Bachelet, «Per una nuova edizione critica dei trattati politici alfieriani», in «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», n. 3 (2018), pp. 415-439; Vittorio Alfieri, Scritti politici e morali, I, ed. critica a cura di Piero Cazzani, Asti, Casa d’Alfieri, 1951; A. D’Andrea, «Del Principe e delle Lettere»: dal manoscritto laurenziano alla stampa di Kehl (note per una nuova edizione), in «Miscellanea di studi in onore di Vittore Branca», IV, 2, Firenze, Olschki, 1983, pp. 311-324; “Per far di bianca carta carta nera”. Prime edizioni e cimeli alfieriani, n. 10. Non censita da Bustico.

Edizione: editio princeps.
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