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Libri antichi e moderni

Gassendi Pierre

De vita et moribus Epicuri libri octo. Authore Petro Gassendo Diniensis Ecclesiæ præposito. Editio altera auctior et correctior.

apud Adrianum Ulacq,, 1656

1300,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1656
Luogo di stampa
Hagae Comitum,
Autore
Gassendi Pierre
Editori
apud Adrianum Ulacq,
Soggetto
EPICUREISMO FILOSOFIA
Lingue
Italiano

Descrizione

In 4° (19,5x15 cm); V,(4), 167, (9) pp. e una c. di tav. con ritratto calcografico di Epicuro al verso della c. segn. *8. Legatura coeva in piena pergamena con titolo chiosato da mano coeva al dorso. Qualche traccia lieve di sporco ai piatti. Haga Comitum è la latinizzazione di Den Haag nei Paesi Bassi. Frontespizio stampato in rosso e nero contenente testo tratto dal cap. xiii del Liber de vita beata di Seneca. Dedica di Pierre Gassendi a François Luillier. Antica firma di appartenenza privata seicentesca in parte abrasa al margine basso del frontespizio e due forellini di tarlo al margine basso bianco del volume a cominciare dalla pagina 1 che nelle ultime carte divengono due piccoli tunnel, in ogni caso mai fastidiosi ed insignificanti e a parte questo, nel complesso, esemplare in buone condizioni di conservazione. Seconda rara edizione, ancor più rara della prima del 1647, dalla quale differisce per le numerose parti aggiunte e le notevoli correzioni, di quest’opera del grande astronomo, astrologo, matematico, teologo e filosofo francese, l'abate Pierre Gassend, detto Gassendi (Champtercier, 22 gennaio 1592 – Parigi, 24 ottobre 1655). Amico di Galileo, con il quale intrattenne una fitta corrispondenza, Gassendi studiò il movimento delle comete, la topografia e le eclissi lunari, oltre all’evoluzione delle macchie solari. Lo scienziato francese fu il primo a dare una descrizione scientifica del fenomeno luminoso dell’atmosfera da lui chiamato “aurora boreale”, partendo dall'osservazione, il 12 settembre, ad Aix-en-Provence, di un'eccezionale aurora polare. Applicò il metodo scientifico anche alla filosofia, recuperando il metodo baconiano, mettendo in dubbio tutte le “auctoritates” antiche a partire da Aristotele ed arrivando a rivalutare l’epicureismo che seppur attaccato dalla Chiesa, Gassendi sente molto vicino alla sua concezione di cristianesimo. Per il suo sensismo empiristico di ispirazione epicurea espresso nella sua opera “Syntagma” è considerato un precursore di John Locke. Gassendi arrivò ad ipotizzare la possibilità che corpuscoli infinitesimi, gli atomi, possano essere alla base della realtà tutta e sempre come operatori della creazione agli ordini di Dio. Le sue teorie atomiche furono riprese poi da Boyle nella sua chimica e da Newton nell’elaborazione della sua filosofia meccanica. La sua “Vita di Epcuro” è considerata una delle più importanti fonti di studio di Epicuro, che riletto da Gassendi, sulla base delle concezioni filosofiche del suo tempo ne ricostruisce non solo la vita ma anche il pensiero e le intuizioni. J.H. Randall nel suo “The Career of Philosophy”, Vol. I, pp. 521-23 scrive: “Before Galileo and Descartes had succeeded in combining mathematics with mechanics, the chief refuge of hard-headed opponents of scholastic verbalism and Renaissance Platonism was the tradition of Greek atomism.Its chief representative during the period of Cartesian domination was Gassendi, who stands both as the climax of Epicurean atomism of the Renaissance in its accommodation to a mathematical science of nature, and as the first of the explorers of the implications of that science for the traditional empirical philosophy of knowledge. Gassendi is thus with Hobbes one of the fathers of 'scientific' empiricism.Gassendi indeed fancied himself the creator of the great rival scientific system to that of Descartes, the system founded on sound experience. History has reserved that distinction for Hobbes; yet it probable that Gassendi contributed far more to the actual advance of scientific ideas than his more consistent and gifted British fellow-worker.”. Seconda assai rara edizione, notevolmente corretta ed aumentata rispetto alla prima. Rif. Bibl.: gl. Goldsmith G 186, DSB V, 289 und Ziegenfuß/Jung I, 377 (EA 1647).
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