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Libri antichi e moderni

Argoli Andrea

De diebus criticis et aegrorum decubitu libri duo (- liber secundus).

Paulum Frambottum Bibliopol.,, 1652

400,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1652
Luogo di stampa
Patavii,
Autore
Argoli Andrea
Editori
Paulum Frambottum Bibliopol.,
Soggetto
TAGLIACOZZO ASTROLOGY ASTRONOMY EFEMERIDI EFFEMERIDI
Lingue
Italiano

Descrizione

In 4° (205×145 mm). (8), 6, (2), 371, (13). Bella legatura coeva in piena pergamena molle con titolo manoscritto al dorso. Il secondo libro inizia a p. 109 con proprio frontespizio. Con moltissimi diagrammi astrologici incisi in legno nel testo a metà pagina. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Legatura coeva in piena pergamena rigida con titoli manoscritti al dorso, un po’ allentata internamente. Seconda edizione, rara al pari se non più rara della prima, due soli esemplari censiti in ICCU. La seconda parte che inizia a pagina 109 analizza la situazione astrologica e l’oroscopo, illustrato da numerosissime tabelle, della vita e delle malattie di numerosi personaggi eccellenti dell’epoca tra i quali i pontefici Sisto V, Clemente VIII, paolo V, e ancora Enrico II, Odoardo farnese, Ferdianndo Gonzaga, Ranuccio farnese, card. Alessandro Orsini, Scipione Borghese, Federico Borromeo e ecc. Andrea Argoli (Tagliacozzo in provincia dell’Aquila, 1570 – Padova, 27 settembre 1657) fu un celebre matematico, astronomo e medico italiano. Studiò all’Università di Napoli medicina, matematica ed astronomia. Nel 1621 si trasferì a Roma e suo mecenate fu il cardinale Lelio Biscia. Nel 1622 ottenne la cattedra di matematica all’Università di Roma la Sapienza. A causa della sua passione per l’astrologia fu costretto a trasferirsi a Venezia. Nel 1632 ottenne la cattedra di matematica all’Università di Padova. Ebbe grande rinomanza tra i contemporanei per la sua erudizione, scrisse molte opere e fu detto l’Euclide dei Marsi. Il Senato Veneto fu tanto soddisfatto del suo insegnamento da conferirgli l’onorificenza dello “Stemma di San Marco”. Nel 1648, ancora vivente fu scolpita in suo onore una lapide nella Cappella del Tesoro della Basilica di Sant’Antonio di Padova che dice:”… Andreas Argolus S. C. Eques Divi Marci, et in Patavino ginnasio publ. mattheseos prof. pro familia sua inter Marsos jamdudum clarissitna, non magis quam pro republica astronomica…. pene laboribus per functus, animum aeternae quie­ti advertens V. S. L. M. anno aetatis 77 red. Mundi MDCL VIII…”.”la vera passione dell’A. fu l’astrologia giudiziaria. Nel 1639 ne pubblicò la prima opera, nella quale il contenuto era mascherato dal titolo, De diebus criticis et de Aegrorum decubitu libri duo (Patavii 1639): è un trattato di astrologia medica, nel quale si teorizza la soggezione delle interne ed esterne parti del corpo ai pianeti e ai segni zodiacali; sono dati anche gli oroscopi di personalità ragguardevoli tutte morte, papi e re, principi e cardinali. Opera analoga, ma non specificamente medica, è il citato Ptolemaeus parvus, ristampato più volte nel corso del secolo, preceduto da una prefazione in cui si esalta l’astrologia e si sostiene che essa non viola le leggi ecclesiastiche, né nega il libero arbitrio, perché il cielo “est sicut liber omnia futura in se scripta continens”, che tuttavia Dio può distruggere o variare a suo piacimento. I due trattati sono documenti della diffusione dell’astrologia nel XVII secolo”. “Il “cuore” dell’opera, la più importante di astrologia medica, tra quelle, numerose, pubblicate da Argoli, è rappresentato dal rapporto tra parti del corpo, relative malattie e astrologia. I 126 oroscopi hanno in effetti quale oggetto assolutamente prevalente l’identificazione, attraverso lo strumento astrologico, delle malattie (e del loro corso) dei soggetti esaminati da Argoli” (Biblioastrology). Rif. Bibl.: Biblioastrology; Thorndike VII, 122-4; Graesse I 194; Piantanida 2150; Caillet I 382.
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