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PM edizioni, 1∞ edizione (1 settembre 2015)
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Come nuovo
Descrizione
8vo, br. ed. pp.356. In questo libro líAutore si oppone alla visione tradizionale di un Dante che sarebbe caduto ñ chiss‡ perchÈ, proprio alla fine dellíapocalittico 1300 (mentre le strade di Firenze si insanguinavano per líinizio della guerra civile, che proprio lui, ministro del governo in quel momento, cercher‡ invano di spegnere) ñ nella selva del peccato, e in particolare della lussuria (o dellíinvidia), della superbia e della cupidigia. E che per scontare i suoi peccati decide di mettere líuniverso intero in Inferno, Purgatorio e Paradiso. LíAutore legge invece la Commedia come líespressione e la principale testimonianza letteraria di un triplice evento epocale, di importanza fondamentale per líevoluzione socio-politica e culturale del mondo occidentale: (1) in primo luogo, il successo iniziale, in quella Firenze che era la pi˘ rivoluzionaria delle citt‡ europee del Medio Evo, dellíemancipazione della borghesia urbana dallíaristocrazia feudale, con tutti i suoi immensi riflessi culturali e ideologici; (2) in secondo luogo, la crisi mortale della borghesia rivoluzionaria, negli anni a cavallo del XIII e XIV secolo, causata dalla schiacciante forza della Chiesa di quei tempi ñ e quindi, indirettamente, del feudalesimo ñ in Italia; crisi che porter‡ ben presto al trionfo delle Signorie e dei Principati, e con essi a quella nuova Italia ìumanisticaî, cosÏ innovativa nella cultura e nellíarte, ma cosÏ poco nuova ed ìumanaî, ed anzi apertamente reazionaria, nella politica; e (3) in terzo luogo, líinizio di una visione positiva, ìborgheseî, dellíuomo e del mondo, líemergere delle prime ëeresieí e dei movimenti riformistici della Chiesa, la risposta della Chiesa non solo in chiave repressiva, ma anche con la fine del primato del monachesimo e dellíideologia del ëdisprezzo del mondoí, e líistituzione innovatrice dei due ordini mendicanti predicatori, i francescani e i domenicani, che per la prima volta, allíestremo opposto dei monaci che ìfuggivano dal mondoî, ora vi entravano per predicare alla gente nella loro lingua vernacolare. E tutto ciÚ nel contesto messianico, apocalittico e visionario del Duecento, dei profondi fermenti rinnovatori suscitati da Gioacchino da Fiore, e continuati e rinnovati dagli Spirituali francescani. Di tutto questo, Dante Ë potente e straordinario interprete, oltre che protagonista, impegnato fino a rischiarvi la vita. Sa di essere tale, e altro non chiede che di essere ascoltato.