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Libri antichi e moderni

Perotto Niccolò (Perottus Niccolaus)

Cornucopiae, sive linguae Latinae commentarij diligentissime recogniti: atque ex archetypo emendati. Index copiosissimus dictionum omnium, quae in hisce Sypontini commentarijs . Eiusdem Sypontini libellus .

In aedibus Aldi et Andreae soceri, 1513

1500,00 €

Xodo Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1513
Luogo di stampa
Venetiis
Autore
Perotto Niccolò (Perottus Niccolaus)
Editori
In aedibus Aldi et Andreae soceri
Soggetto
Cinquecentina
Sovracoperta
No
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

In-folio, cc. 79, (1), 1436 colonne, (1). Ancora aldina al frontespizio e alla carta K8, manca quella al colophon. Legatura in mezza pergamena posteriore con titolo su tassello al dorso. Macchia grassa (olio ?) al margine inferiore del frontespizio Seconda edizione, con la data del 1517 al colophon della prima parte e del 1513 in fine volume. Rispetto alla prima, l'edizione è stata ampliata e contiene anche il De lingua latina e il De analogia di Varrone, i Librorum undeviginti fragmenta di Sesto Pompeo Festo e i Compendia di Nonio Marcello. PEROTTO, Niccolò. Umanista, nato a Fano nel 1429, morto a Sassoferrato il 14 dicembre 1480. Nel 1443-45 studiò sotto Vittorino a Mantova, nel 1445-46 con Guarino a Ferrara, dove trovò un protettore in W. Grey, poi procuratore di Enrico VI presso la Curia romana e vescovo di Ely (1454), raccoglitore di manoscritti e fautore dell'umanesimo, morto nel 1478. Trasferitosi nel 1447 a Roma, entrò al servizio di Bessarione, a cui si accompagnò nella legazione bolognese (1450-55). Nel 1455 fu fatto segretario apostolico, nel 1458 arcivescovo di Siponto. Esercitò uffici di amministrazione ecclesiastica a Viterbo (1464-69), a Spoleto (1471), a Perugia (1474-77). Sostenne acri polemiche con Poggio Bracciolini a favore di L. Valla, con D. Calderini per il testo di Marziale, col Trapezunzio in difesa di Platone. La sua produzione fu molteplice e varia. Tradusse dal greco un'omelia di Basilio, lo Iuramentum Hippocratis, tre opuscoli di Plutarco, Epitteto, Simplicio e, opera di maggior lena, Polibio. Scrisse due trattatelli metrici e uno De componendis epistolis, inoltre la grammatica latina (Rudimenta grammatices), che va tra le migliori uscite nel periodo umanistico. Il suo capolavoro è la Cornucopia, sive commentaria linguae latinae, voluminoso commento di Marziale, dove non è chi anche oggi non resti stupito della stragrande erudizione. Ma alla filologia classica giova soprattutto l'Epitome, nella quale il P. fra poesie sue giovanili trascrisse favole di Ariano e di Fedro: di Fedro trentadue che mancano nei codici (Treccani) Renouard p. 63 n 6. Brunet IV 506. Adams P 721.
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