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Libri antichi e moderni

Giunio Carbone

Compendio della storia ligure dall'origine fino al 1814. Volume primo (-secondo)

Per Emanuelle Carbone, 1836

600,00 €

Coenobium Libreria

(Asti, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1836
Luogo di stampa
Genova
Autore
Giunio Carbone
Editori
Per Emanuelle Carbone
Soggetto
simple, storia ligure

Descrizione

2 volumi in 16 (cm 10 x 16,5 circa), pp. 453 + (2) di errata con 26 belle tavole fuori testo incise all'acquaforte fra le quali una cartina ripiegata di Genova, una veduta di Genova ripiegata, ritratti di Pertinace, Caffaro, Oberto Doria, Ambrogio Spinola, Cristoforo Colombo, Andrea Doria, ecc., una tavola, a colori, con costumi genovesi, una tavola con l'annuale offerta del porco fatta il 24 dicembre all'abate di S. Antonio di Pre' e alla famiglia Doria; pp. 746 + (2) (i.e. 730) con 5 tavole incise fuori testo con ritratti e armi. Errore di numerazione al secondo volume (dopo pagina 48 seguono pagina 65 e successive). Legatura coeva in mezza pelle. Esemplare completo delle 31 tavole come da riscontro con indice delle tavole al secondo volume. Edizione originale nei due volumi pubblicati nel 1836 e 1837 di questo compendio di storia di Genova dai Romani all'anno 1814. "Giunio Carbone nacque a Genova nel 1805, studio' le scienze naturali e la medicina, ma non la esercito'. Messosi a viaggiare, fu in Africa verso il 1830 e molto s'inoltro' nelle regioni ancora poco note del centro.Si applico' a studi filosofici e letterari, perfezionandosi specialmente nella conoscenza della lingua greca.Era anche versato nelle matematiche e a Firenze ne dava lezioni a Luigi Napoleone Bonaparte che fu poi imperatore e che gli conservo' sempre cordiale amicizia.Nel 1863 in seguito a concorso per esami fu nominato assistente ai manoscritti presso la Biblioteca Nazionale di Firenze ed era vicebibliotecario quando colpito da apoplessia nel suo ufficio mori' nell'ottobre 1881. Ricordo di averlo conosciuto negli ultimi mesi di sua vita ed ho ancora presente il suo bel faccione sorridente, ma poveretto, era sordo come una talpa. Lo ricordo soprattutto per la sua magnifica calligrafia proprio da biblioteca e che imitava, a scambiarla, una scrittura umanistica del '400. Era anche miniatore e dipingeva non senza garbo" (Giuseppe Fumagalli, Aneddoti bibliografici, 1939, p. 139). Platneriana, p. 179. Clio, II, p. 903. Lozzi, I, 2271 (in Nota).
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