CLAUSTROFOBIA la rivista che rompe il cerchio. Anno I n. 2 marzo 1978. [CLAUSTRØFØBIA]

Fascicolo della rivista, spillato, cm 24x17, pp 32 numerate a partire dalla copertina. Secondo dei cinque numeri pubblicati tra il 1978 e il 1979 di questa rivista di stampo anarco-capitalista che propose in Italia pensatori e temi legati al Libertarian Party americano. Nonostante Marcello Baraghini, fondatore di Stampa Alternativa, figurasse come vice-direttore, il tentativo di La Conca di coniugare la difesa della libertà economica con quella dei diritti civili non ebbe grande riscontro negli ambienti anarchici italiani, e Franco Melandri sulle pagine di A Rivista Anarchica recensì Claustrofobia titolando "Abbasso lo stato Viva lo sfruttamento" e mostrò la distanza dall'anarchismo (anche individualista) di questo pensiero "libertarian" che critica solo gli aspetti istituzionalizzati dell'autorità e non l'autorità stessa o lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. L'ultra-liberismo e la promozione della privatizzazione della sanità provocarono ovviamente una fredda accoglienza a sinistra, ma l'antipoobizionismo, l'antimilitarismo e la critica della psichiatria portati avanti dalla rivista fruttarono un certo interesse per Claustrofobia in ambito radicale e repubblicano. In questo numero: Thomas Szasz, Legalizziamo le droghe pesanti; Riccardo La Conca, Legge assassina; Walter Block, L’imbrattatore di luoghi pubblici: un eroe; Walter Grinder, Governo e business negli Stati Uniti; Fausto Donizetti, Anarchismo e rivoluzione; rubriche: Lettere, Convergenze, Frecciate, Er governo sto fijo de ‘na mignotta.