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Libri antichi e moderni

ARGENTI, Agostino (d. 1576)-PIGNA, Giovanni Battista (1530-1575)

Cavalerie della città di Ferrara che contengono il Castello di Gorgoferusa, Il Monte di Feronia, et il Tempio d'amore

[Francesco Rossi il Giovane], [1566]

1800,00 €

Govi Libreria Antiquaria

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
[1566]
Luogo di stampa
[Ferrara]
Autore
ARGENTI, Agostino (d. 1576)-PIGNA, Giovanni Battista (1530-1575)
Editori
[Francesco Rossi il Giovane]
Soggetto
Quattro-Cinquecento
Stato di conservazione
Buono
Lingue
Italiano
Legatura
Rilegato
Condizioni
Usato

Descrizione

Two parts in one volume, 4to (220x160 mm). [2], 55, [1] leaves; [8], 181, [19] pp. Collation: [π]² A-O4; +4 A-Z4 2+4 ++4. Leaves O4 of part one, +4 and Z4 of part two are blank. There is a general title page and a section title page for each part. Roman and italic types. Woodcut historiated initials. 17th-century limp vellum, lettering piece on spine (endleaves renewed). On first title page ownership inscription “Cap.no Giulio Gascucci (or Pascucci)”. Small restoration to the lower outer margin of the first ten leaves not affecting the text, otherwise a clean and wide-margined copy printed on thick paper.
 
First collective edition (Il Monte di Feronia and Il Castello di Gorgoferusa had already been printed at Venice in 1561). The first two pieces are attributed to Agostino Argenti (cf. A. Solerti, Ferrara e la corte estense nella seconda metà del secolo decimosesto, Città di Castello, 1900, pp. XXVIII-XXXIX), whereas the newly added Tempio d'Amore to Giovanni Battista Pigna (cf. R. Baldi, Giovanni Battista Pigna, uno scrittore politico nella Ferrara del Cinquecento, Genoa, 1983, p. 35).
In Ferrara under the late Este dukes the tournament was developed to its highest form of elaboration as the old format of ‘defi par cartel' gradually gave way to the ‘tournoi à theme'. The Este court had always been open to northern influences, and was fountainhead from whence flowed chivalric practice in its new renaissance guise. Ferrara, too, was seminal for the marriage of the ingredients of a Greco-Latin humanist culture to the mythology of romance civilization from north of the Alps. In the 1560s under Duke Alfonso II, a series of ‘tournois à the-me' were staged. In these, sustained plots, carefully conceived in philosophical and symbolic terms under the supervision of the leading poets of the day, were adorned with complex stage machinery, a range of literary forms embracing verse, dialogue and monologue besides sung and instrumental music, all on a scale which anticipates not only the equestrian set pieces of the baroque age, but also opera (cf. I. Mamczarz, Gli spattacoli cavallereschi a Ferrara del Cinquecento, in: “Il teatro italiano del Rinascimento”, Milan, 1980, pp. 425-458).
Il Monte di Feronia was staged on the occasion of a visit to the court by Francesco de' Medici. It was performed in the courtyard of the Palazzo Ducale on March 27, 1561, utilizing the same stage and scenery as Il Castello di Gorgoferusa just three weeks previously. It included all the ingredients of the normal Baroque tourney: an introduction set to music, a pre-arranged contest in an arena surrounded by spectators between a number of squadrons on horseback accompanied by many supernumeraries possibly in chariots or carriages, a raised stage with movable scenery, music and musicians, some in costume. “Il torneo regge sulla base di un'articolata finzione. La ‘regina di Alfarabia' si fa annunciare nella città di Ferrara per raccontare le sventure del suo consorte, Colocauro, re di Panticapea, dal nemico preso e fatto prigioniero. Vengono in seguito stabilite delle intricate regole di combattimento per effettuare la sua liberazione, con definizione dei premi, dei rischi e quant'altro. Così viene creato un fantasioso pretesto per l'esecuzione di tradizionali prassi cavalleresche, che qui diventano parte integrante di una non troppo concentrate azione drammatica. In tal modo gli attori, i musicisti, insomma gli artisti, finiscono per ‘collaborare' con più schiere di cavalieri ferraresi nel contesto di uno spettacolo straordinariamente eterogeneo. Il ruolo non trascurabile riservato alla musica emerge con chiarezza da un'attenta lettura della summenzionata descrizione. Abbondano i riferimenti al canto e al suono, anche se non spunta il nome di alcun musicista” (T. Walker, Echi estensi negli spettacoli musicali a Ferrara nel primo Seicento, in: “La Corte di Ferrara e il suo mecenatismo 1441-1598. The Court of Ferrara & its Patronage. Atti del convegno internaz
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