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Libri antichi e moderni

AA VV

Canaletto - I Classici dell'Arte

Rizzoli - Skira - Corriere della Sera, 2003

5,00 €

FAHRENHEIT 451 DI SALA MASSIMILIANO

(TROMELLO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2003
Autore
AA VV
Pagine
190
Volumi
1
Collana
I Classici dell'Arte
Editori
Rizzoli, Skira, Corriere della Sera
Descrizione
ALETTE
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
Come nuovo
Legatura
Brossura
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

Giovanni Antonio Canal meglio conosciuto come il Canaletto,il più famoso #pittor da vedute# della sua epoca, è una specie d#intoppo nella pittura venezianadel Settecento la quale, senza di lui, correrebbe con naturalesviluppo dalla drammaticità ereditaria di Giambattista Tiepoloalla drammaticità precorritrice di Francesco Guardi. Questidue sì sono nella ruota giusta del tempo, seguono il destino della splendidacittà che, ormai quasi solo apparenza, va verso il suo disfacimento,disgrazia che del resto capita alla generalità delle cose umane.Guardi percepì la grandezza occulta di questa disgrazia, l#oscuro piacereche può dare il male e il senso della fine, ed espresse ciò con levedute d#una città che porta in sé il germe della morte: la pittura diGuardi ci introduce nell#epoca moderna.Canaletto invece, nato appena quindici anni prima di Francesco Guardi,si trova contro il tempo; nelle sue vedute e nelle sue scene egli cristallizzaVenezia e i veneziani in una verità ferma, immune da decadenzao disfacimento, destinata a durare per sempre.(Dalla Presentazione di Giuseppe Berto)

Nella splendida Venezia del Settecento ricca di fascinoe di mistero, meta preferita del Grand Tour nacqueil Canaletto, #uno de# più valenti pittori de# giornisuoi nel rappresentare vedute e prospettiva, tantotratte dalla verità, quanto dalla immaginazione#.Il XVIII secolo è un periodo di forti contraddizioniper Venezia, dove a due secoli di enorme espansioneseguì un naturale declino. L#instabilità che scossela politica europea ebbe pesanti ripercussioni suVenezia, arrivando a minacciare l#esistenza stessa dellaSerenissima già gravemente compromessa dallaperdita del sostegno territoriale ed economico, in unmomento in cui il nascente sviluppo industriale assicuraval#egemonia politica e commerciale dei grandistati europei. Questa fase estrema culminò nel1797, quando il patriziato sancì la deposizione dell#ultimodoge rinunciando così al proprio plurisecolaredominio. Con la pace di Campoformio Napoleoneotteneva dall#Austria l#Istria, la Dalmazia eil Veneto annettendole alla Repubblica Cisalpina.Lo scontento per questo scambio di popoli si manifestòin tutto il territorio italiano suscitando rabbiae sdegno, espressi da Ugo Foscolo nelle Ultime letteredi Jacopo Ortis.Ma, per una strana combinazione la vita culturalee artistica era ancora molto viva. Venezia era unacittà indomabile, spiritualmente libera, dove i patriziriformatori potevano, sia pure con cautela, affermarele loro idee progressiste di una moderna visionedella società sovrana di se stessa, inserendosi in uncontesto più ampio, quale fu il movimento principedel Settecento: l#Illuminismo.
(Dal saggio di Cinzia Manco)