Dettagli
Anno di pubblicazione
1800
Soggetto
Stampe e litografie
Descrizione
CODICE 5776, CM 17 X CM 25, Il Colosso di San Carlo Borromeo, Ë una statua alta oltre 30 metri situata ad Arona nella frazione di San Carlo, sul Sacro Monte di San Carlo., Carlo Borromeo in un secolo in cui l'altezza media degli uomini non superava il metro e sessantacinque, Carlo Borromeo era alto pi˘ di un metro e ottanta. CosÏ lo descrive Federico Rossi di Marignano[2]: non solo era molto alto, ma era anche di corporatura robusta. Carlo osservava la raccomandazione di Ambrogio e di Agostino di digiunare e destinare ai bisognosi il denaro risparmiato. Tuttavia, negli ultimi anni di vita non si asteneva completamente dal mangiare, ma invece, secondo l'uso ecclesiastico antico, consumava un solo pasto al giorno, dopo il vespro. Sembra perÚ che, pur tralasciando i cibi costosi e preferendo il semplice pane, l'assumesse ´in assai quantit‡ª., , Carlo Borromeo portÚ sempre la barba, anche se la vasta iconografia seicentesca lo raffigura rasato; cominciÚ infatti a radersi solo nel 1576, al tempo della peste, e mantenne il volto rasato in segno di penitenza durante gli ultimi otto anni di vita[3]. Nipote del papa (la madre Margherita de' Medici era sorella di Pio IV, al secolo Gian Angelo de' Medici), il Borromeo fu da lui nominato cardinale e segretario privato quando aveva poco pi˘ di vent'anni. In tale veste il giovane Carlo partecipÚ ai lavori del Concilio di Trento, divenendone protagonista proprio nel periodo conclusivo., , Dopo la morte dello zio, nel 1566 Carlo Borromeo si trasferÏ da Roma a Milano, attuando nella diocesi ambrosiana i dettami tridentini e vivendo in ascetica povert‡. Carlo dedicÚ la sua azione pastorale alla cura delle anime e alla moralizzazione dei costumi, promuovendo oltre al culto ´interioreª anche il culto ´esterioreª ñ riti liturgici, preghiere collettive, processioni ñ ravvivando in tal modo la fede, l'identit‡ e la coesione sociale soprattutto dei ceti pi˘ popolari[4]. RiformÚ la diocesi, nella quale la disciplina ecclesiastica era ´del tutto persaª, perchÈ da quasi un secolo gli arcivescovi titolari, risiedendo altrove, l'avevano abbandonata a se stessa limitandosi a goderne le rendite., , Carlo affrontÚ ´contrasti tanto grandi [.] et da persone tanto potenti che havriano impaurito ogni grand'animoª. Nell'attuare i decreti tridentini il Borromeo si espose infatti alla reazione di coloro che vedevano lesi i propri privilegi: fu contrastato dai governatori spagnoli e dal Senato milanese, minacciato con i bastoni dai frati minori osservanti, aggredito con le spade dai canonici di Santa Maria della Scala, minacciato dalle monache di Sant'Agostino, vilipeso da quelle di Lecco e colpito con una archibugiata alla schiena da un sicario dell'ordine degli umiliati.