Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Libri antichi e moderni

Luigi Sturzo

Appello ai siciliani

Rubbettino, 2015

6,65 € 7,00 €

Rubbettino

(Soveria Mannelli, Italia)

Parla con il Libraio

Metodi di Pagamento

Dettagli

Anno di pubblicazione
2015
ISBN
9788849844832
Autore
Luigi Sturzo
Pagine
120
Editori
Rubbettino
Soggetto
Cattolicesimo Romano, Chiesa Cattolica Romana
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Condizioni
Nuovo

Descrizione

Nel 1920, dopo 15 anni trascorsi alla guida amministrativa di Caltagirone come pro-sindaco, Luigi Sturzo lasciò la Sicilia per trasferirsi a Roma. Un anno prima era stato nominato segretario politico del Partito Popolare Italiano. Nel lasciare la sua terra, egli non poteva sapere che non vi sarebbe più ritornato. Nei 30 anni precedenti, i viaggi di andata e ritorno erano stati molto numerosi, dapprima per motivi di studio e poi per motivi di lavoro, soprattutto come vice-presidente dell'Anci (Associazione nazionale dei comuni d'Italia). Nei 39 anni successivi al 1920, sino al giorno della sua morte (8 agosto 1959), il legame spirituale e affettivo di Luigi Sturzo con la Sicilia e i siciliani fu sempre molto stretto. Egli amava profondamente la sua Isola e i suoi conterranei. Fu quindi sempre sofferta la sua lontananza forzata dapprima per motivi politici (il suo esilio durò ben 22 anni) e dal 1946 in poi per motivi di salute (sentiva che non avrebbe retto all'emozione, se fosse ritornato in Sicilia). Nella sua nutrita corrispondenza con i famigliari e gli amici sono frequenti i richiami nostalgici alla sua terra. Ma l'amore di Sturzo per la Sicilia e i siciliani non era astratto o solo sentimentale, bensì molto concreto. Lo manifestava con il suo continuo interessamento alle sorti dell'Isola e soprattutto con le proposte operative che egli faceva per contribuire al miglioramento economico-sociale dei siciliani. Prefazione di Giovanni Palladino.