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Libri antichi e moderni

Antonio Curti

Antonio Curti Sua maestà l'Orpello Treves 1911 Abela Carboneria

1911

16,00 €

Preziosi Scritti Studio Bibliografico

(Corridonia, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1911
Autore
Antonio Curti
Soggetto
Narrativa
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
Accettabile

Descrizione

legatura morbida editoriale brunita con alcune macchie, dorso con pieghe di lettura ed abrasioni ai margini, tagli irregolari bruniti impolverati quelli superiori, a fogli chiusi, , firma di possesso al piatto anteriore all'antiporta e frontespizio, timbro di catalogazione all'antiporta e timbro di possesso al frontespizio, fioriture alle pagine interne che non impediscono la lettura, pagine interne leggermente brunite, legatura a vista in diversi punti del libro, legatura molto allentata, numero pagine 210 + 15 + pubblicità dimensioni cm 19,4 * 12,9

Libro facente parte della biblioteca privata Abela discendenti del patrizio Giuseppe Abela che con il fratello Gaetano Abela ed a Daniele Caporosso, a Bartolomeo Sestini furono i fondatori della carboneria a Siracusa (1817). Con loro interagiva la massoneria che aveva sede in casa del cavaliere Vincenzo Oddo Alla Turba (v. Roma). Da loro partì la miccia, racconta Oreste Reale, che fece scoppiare i moti del 1820 che costrinsero il Borbone a concedere la costituzione. I fratelli Abela intanto, che erano stati scoperti, imprigionati e torturati, riacquistarono la libertà. Gaetano Abela fu nominato generale e incaricato di propagandare nella Sicilia orientale il programma del governo siciliano. Ma nel 1824 Gaetano e Giuseppe Abela vennero di nuovo arrestati e condannati dalla polizia borbonica, e nel 1826 Gaetano fu fucilato a Palermo


Libro facente parte della biblioteca privata Abela discendenti del patrizio Giuseppe Abela che con il fratello Gaetano Abela ed a Daniele Caporosso, a Bartolomeo Sestini furono i fondatori della carboneria a Siracusa (1817). Con loro interagiva la massoneria che aveva sede in casa del cavaliere Vincenzo Oddo Alla Turba (v. Roma). Da loro partì la miccia, racconta Oreste Reale, che fece scoppiare i moti del 1820 che costrinsero il Borbone a concedere la costituzione. I fratelli Abela intanto, che erano stati scoperti, imprigionati e torturati, riacquistarono la libertà. Gaetano Abela fu nominato generale e incaricato di propagandare nella Sicilia orientale il programma del governo siciliano. Ma nel 1824 Gaetano e Giuseppe Abela vennero di nuovo arrestati e condannati dalla polizia borbonica, e nel 1826 Gaetano fu fucilato a Palermo
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