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Libri antichi e moderni

Bonfadio Jacopo

Annalium genuensium Iacobi Bonfadij libri quinque ab anno MDXXVIII recuperatae libertatis usque ad annum MDL nunc primum in lucem editi & ab innumeris mendis, quibus complures manu scripti.

Apud Hieronymum Bartolum, 1586

600,00 €

Coenobium Libreria

(Asti, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1586
Luogo di stampa
Pavia
Autore
Bonfadio Jacopo
Editori
Apud Hieronymum Bartolum
Soggetto
umanesimo, cinquecentine, simple, storiografia, liguria, genova, omosessualita'

Descrizione

In 8, cm 14,5 x 20, pp. (16) + 206. Stemma xilografico al frontespizio. Mezza pelle settecentesca con angoli, fregi oro e nervature al dorso. Sguardie in carta marmorizzata coordinate a quelle dei piatti. Ex libris nobiliare al contropiatto. Elegantemente stampata in bel carattere corsivo.  Edizione originale latina, pubblicata contemporaneamente all'edizione italiana a cura di Bartolomeo Paschetto e dedicata a Giulio Pallavicino di questi annali della Repubblica di Genova che partono dal 1528 sino all'anno 1550. Questi vennero pubblicati postumi in quanto il Bonfadio, proprio nel 1550 venne accusato di sodomia e in seguito giustiziato (non si sa se nel 1551, nel 1560 o nel 1582). Misteriosa rimane comunque tutta la vicenda. Sembrerebbe che a scatenare le accuse contro il Bonfadio, piu' che le ragioni legate alle sue preferenze sessuali (peraltro comprovate dai commenti di alcuni suoi contemporanei), siano state alcune considerazioni non gradite da alcune importanti famiglie genovesi, contenute nei suoi annali, caratterizzati peraltro da un atteggiamento storiografico poco incline ai toni encomiastici e di stesura cronachistica tipica dei suoi predecessori. Non da escludere, inoltre, anche la possibilita' che, le ragioni della sua condanna fossero dovute ad accuse di eresia (il Pantagano, in una lettera a Manuzio, definisce il Bonfadio 'molto eretico'), accuse che la Repubblica genovese sovente tendeva ad occultare. Comunque il successo dell'opera e' testimoniato dalle molte edizioni che seguirono questa (1725, 1747, 1759) e la traduzione italiana. Apprezzato per il suo stile letterario, ebbe importanti rapporti con umanisti quali il Franco, Paolo Manuzio, M. Flaminio. Fu anche precettore del figlio di Pietro Bembo. Grazie a cio' ebbe modo di guadagnarsi la cattedra in filosofia presso lo Studio genovese
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