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Libri antichi e moderni

Cagna, Achille Giovanni

Alpinisti ciabattoni (Nuova edizione)

Piero Gobetti Editore,, 1925

80,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1925
Luogo di stampa
Torino,
Autore
Cagna, Achille Giovanni
Pagine
pp. 176 (4).
Editori
Piero Gobetti Editore,
Formato
in 16°,
Edizione
Prima edizione Gobetti.
Soggetto
Edizioni Gobetti
Descrizione
brossura originale,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione Gobetti. Esemplare più che buono (mancanze al dorso, cerniere un poco fessurate). Edizione definitiva voluta dall’autore (la terza dopo l’ed. Galli 1888 e l’ed. Madella 1915). «Il libro più felice e più fuso del Cagna [.], il racconto delle avventure e delle delusioni, di quanto vedono ed odono, durante alcuni giorni, un droghiere e la consorte, che finalmente hanno potuto soddisfare il lungamente carezzato desiderio di compiere una gita sulle Alpi» (Croce, La letteratura della nuova Italia, vol. 5, p. 264). -- La tecnica del Cagna, nutritasi della lezione faldelliana, e grazie all’esperienza accumulata nei lavori precedenti, raggiunge qui il suo culmine, attraverso le «pagine bellissime» [ancora Croce] che si dispiegano nel romanzo, mentre l’autore racconta le emozioni, sempre esasperate, della coppia di villeggianti. -- La grande prova di Cagna colpì anche Montale, che parlò di una «lingua vistosa, che dipinge a guazzo, tutta fiorita di “galanti” e di “parpaglioni” che svolano sui giardini; lingua che sembra appartenere ad una internazionale delle scampagnate, delle ribotte e del sole» (Montale, Il secondo mestiere, vol. I, p. 87). Una lingua in cui l’impiego del piemontese si fa diffusissimo: «un rapido sondaggio mostra subito come, in confronto al “parnassianesimo” faldelliano nutrito di purismo, Cagna schiuda piuttosto le cataratte al vernacolo» (Contini, Racconti della scapigliatura piemontese, p. 41). -- Di notevolissimo interesse in questa prima edizione è anche la prefazione-dedica, che fu eliminata da tutte le edizioni successive (Parenti, Rarità, V, p. 40). Indirizzata «Al mio caro Amico professore Agostino Pergami», datata Vercelli, 1887, con tono lieve e malinconico, ricordando le conversazioni avvenute sui sentieri delle gite alpestri, tra i pascoli ed i ruscelli, svela lo spunto narrativo del romanzo: «In fondo in fondo», chiude Cagna, «questo Sor Gaudenzio, dice in disteso ciò che è riassunto in questa chiacchierata». Parenti, Rarità, V, p. 4; Croce, «La letteratura della nuova Italia», vol. 5, p. 264; «Racconti della scapigliatura piemontese», a c. di G. Contini, Bompiani (Il centonovelle), 1953, p. 41; «Il secondo mestiere», tomi I e II, «Prose 1920-1979», Zampa (a cura di), Milano, Mondadori, 1996, pp. 87.