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Libri antichi e moderni

Emmanuel Lévinas, Andrea Cavalletti, Stefano Chiodi

Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo

Quodlibet, 2024

12,35 € 13,00 €

Quodlibet

(Macerata, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2024
ISBN
9788822922045
Autore
Emmanuel Lévinas
Pagine
112
Collana
Saggi (98)
Editori
Quodlibet
Formato
139×219×10
Soggetto
Hitler, Adolf, Dottrine politiche, Filosofia politica e sociale, Ideologie e movimenti politici di estrema destra
Traduttore
Andrea Cavalletti, Stefano Chiodi
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Condizioni
Nuovo

Descrizione

In questo saggio, uscito nel 1934 sulla rivista «Esprit», uno dei grandi pensatori ebrei di questo secolo si misura con il fenomeno nazista «pressappoco all’indomani dell’arrivo di Hitler al potere». Prescindendo audacemente dagli ovvi cerimoniali di condanna nei confronti di un regime che già si palesava in tutta la sua ferocia e dal facile scherno per la rozzezza degli «hitleriani», Levinas si sofferma, con una lucidità forse ancor oggi impareggiata, sul «risveglio di sentimenti elementari» che caratterizza l’hitlerismo, e che ne fa un oggetto privilegiato dell’indagine filosofica. «Perché i sentimenti elementari – scrive in apertura – racchiudono una filosofia; esprimono la prima attitudine di un animo di fronte all’insieme del reale e al suo destino. Predeterminano o prefigurano il senso della sua avventura nel mondo». Levinas insiste sulla contiguità di tale filosofia con le postazioni più avanzate del pensiero contemporaneo, da cui proprio in quegli anni – in virtù di una visione radicalmente nuova della natura umana – giungeva uno scacco irrevocabile all’universalismo cristiano e al liberalismo idealista, cioè alle due strategie elaborate dall’uomo europeo per sentirsi libero rispetto alla sua contingenza storica e corporea. È possibile che le acquisizioni filosofiche dell’epoca, per un verso così feconde da alimentare il cammino del pensiero fino a oggi, covino in seno costitutivamente il seme di fenomeni così aberranti e catastrofici? E in che senso oggi dovremmo sentircene ormai al riparo?