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Libri antichi e moderni

Gozzi, Gasparo

A Sua Eccellenza il Nobile Uomo Pietro Vettor Pisani nel giorno del suo solenne ingresso alla dignità di Procuratore di S. Marco; unito con: Della Prudenza Libri due consegrati a Sua Eccellenza il N. U. Pietro Vettor Pisani.

s. e., 1775

950,00 €

Bosio Giovanni Studio Bibliografico

(Magliano Alpi, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1775
Luogo di stampa
s. l.
Autore
Gozzi, Gasparo
Editori
s. e.
Soggetto
figurati veneziani, letteratura italiana
Sovracoperta
No
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

Due opere unite in folio (cm 22,8 x 31), legatura mezza pelle coeva con piatti in carta marmorata, cc (1) bianca, ritratto del Pisani ad opera di Alessandro Longhi e Marco Pitteri, frontespizio allegorico inciso in rame, (6), incisione in rame allegorica fuori testo a piena pagina. Segue frontespizio allegorico inciso in rame della seconda opera in coloritura rossa per i titoli e blu per la cornice, (26). Una testatina calcografica alla prima opera, raffigurante le armi del dedicatario; tre grandi testatine in rame all'inizio dei due Libri della 'Prudenza' e delle 'Otave' dedicate a Caterina Pisani Giustinian sorella del dedicatario, da parte di 'Checo menuo barcariol giubilato de Ca' Giustinian'; due grandi finalini in rame. Orazione e poema allegorico, la prima di incerta attribuzione, la seconda a firma del Gozzi, (1713-1783), patrizio veneziano moderatamente aperto alle novità sociali culturali, umorista, moralista, giornalista brioso ammiratore di Goldoni. Senza data, furono composti nel 1775, in occasione delle grandi festività tenutesi per l'elezione del Pisani alla massima carica dopo quella dogale (il Doge veniva scelto nella quasi totalità dei casi dal corpo dei Procuratori). Il Gozzi individua, tra le numerose virtù necessarie all'espletamento dell'eccelsa ma onerosa carica, la Prudenza, e ne descrive gli amabili e severi tratti sotto allegorie mitologiche. Le strofe finali sono in veneziano, e fanno da piacevole contrappunto, con il loro stile artatamente popolaresco, all'aulicità delle opere precedenti. Il dedicatario fu mecenate appassionato, nel 1777 incaricò il Canova di eseguire a grandezza naturale il gruppo in marmo del Dedalo e Icaro per il suo palazzo. Come talvolta avviene per le opere del Gozzi, anche per le presenti non abbiamo trovato esemplari censiti in SBN o nelle biblioteche. Sconosciuto al Morazzoni.