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Libri antichi e moderni

Morelli Domenico (Napoli 1826 - 1901). Pittore Verista

2 lettere, 1 biglietto da visita e 1 talloncino bianco firmato da Domenico Morelli, diretti al Ministro dell'Istruzione Domenico Fiorillo

220,00 €

Taberna Libraria - Lucarelli Federica

(Pistoia, Italia)

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Dettagli

Autore
Morelli Domenico (Napoli 1826 - 1901). Pittore Verista
Soggetto
Autografi

Descrizione

Insieme composto da 1 piccola busta contenente un piccolo bigliettino con sola firma autografa di Domenico Morelli, 1 biglietto da visita 'Domenico Morelli Senatore del Regno' + busta viaggiata nell'agosto del 1895, 10 righe a matita autografe e firmate da Domenico Morelli: si accenna ad un dipinto del Prof. Mancini esposto a Milano "che, credo, sia superiore di molto all'altro suo che trovasi alla Galleria d'Arte Moderna e che potrebbe attestare meglio il suo valore artistico". 2 lettere stese, sotto dettatura, da un segretario e firmate per esteso da Domenico Morelli. a) Napoli, 10 giugno 1895, 68 righe su 3 facciate, interessantissima lettera confidenziale che tratta dell'amministrazione e degli affari interni al Regio Istituto: "Da parte nostra siamo sempre pi˘ risoluti di abbandonare in massa il Museo, se mai quelle riforme venissero approvate e ce ne staremo a vedere il nuovo istituto che Tesorone e Turchiarulo saranno buoni a creare.Essi non si lasciano pi˘ vedere al Museo. Ogni giorno per ore e ore se ne stanno chiusi nella stanza del Tesorone e complottano. Il Consiglio Ë convocato assai raramente e quei Consiglieri sono indifferenti a tutto.Questo stato di cose non deve durare pi˘ a lungo altrimenti tutta la attivit‡ nel voler sistemare l'andamento artistico, riuscir‡ ad un bel nulla". b) 1 lettera firmata su carta intestata 'Ministero dell'Istruzione. Direzione Generale delle antichit‡ e belle arti', Napoli 28 marzo 1901, scritta con tutta probabilit‡ sotto dettatura. Morelli parla del suo dipinto 'Ges˘ che nella fatale notte.rimprovera i discepoli che in luogo di pregare si abbandonano al sonno': ".Un dipinto che esprime il mio pensiero.Rimprovero che non meno dei discepoli di Ges˘ meritiamo noi italiani che assi sovente ci sprofondiamo nell'inerzia e nell'apatia. SarÚ lieto che questo mio lavoro anzichÈ andar perduto in qualche Salone privato rimanga conservato nella nostra Galleria Nazionale, solo come un ricordo ai miei compagni d'arte nella vita mia operosa".