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Libri antichi e moderni

Camerana, Giovanni (Prefazione Di Leonardo Bistolfi)

Versi di Giovanni Camerana

Casa Editrice Renzo Streglio,, 1907

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Pontremoli srl Libreria Antiquaria (MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1907
Luogo di stampa
Genova-Torino-Milano,
Autore
Camerana, Giovanni (Prefazione Di Leonardo Bistolfi)
Pagine
pp. 178 [2]; 33 tavole fuori testo contenenti disegni dell’autore.
Editori
Casa Editrice Renzo Streglio,
Formato
in 4°,
Edizione
Edizione originale.
Soggetto
Poesia Italiana dell' 800
Descrizione
brossura originale,
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Edizione originale. Ottimo esemplare in barbe. Raccolta di versi pubblicata postuma. Dopo essersi laureato in legge nel 1868, Camerana «entrò in magistratura, prima come applicato alla Regia Procura torinese, poi come sostituto procuratore del re a Ivrea e di nuovo a Torino. Nel 1876 divenne segretario dell'onorevole Brunacci al ministero di Grazia e Giustizia. Alla sua professione di magistrato, intrapresa con intimo conflitto verso la decisa vocazione artistica, ma poi sempre considerata moralisticamente come primaria, [l’autore] affiancò un'attività culturale, limitata negli aspetti esteriori (non volle mai pubblicare una raccolta di propri versi), ma intensa e vivace sul piano delle letture, delle amicizie e della produzione . Conoscitore profondo della letteratura italiana e francese, non ignorò le contemporanee esperienze inglesi e tedesche; esperto di arti figurative (amico e sostenitore di Fontanesi, frequentatore dello scultore Bistolfi e dei pittori Delleani e Avondo), paesaggista egli stesso, collaborò dal 1869 al 1873 alla rivista “L’Arte in Italia” con articoli di critica d'arte, nei quali appariva sintomatica la sua predilezione per i paesaggisti olandesi come Ruysdael, Potter e Hobbema. Continuava intanto la sua attività di poeta pubblicando solo su giornali e periodici […] alcune liriche, a volte firmate a volte siglate con una “Y” (però, secondo S. Farina, egli avrebbe pubblicato una piccola raccolta di poesie in esemplari numerati a bassa tiratura). Nel gruppo di liriche scritte tra il 1870 e il 1874 e intitolate “Bozzetti”, [l’autore] veniva coerentemente applicando la scelta sostanzialmente antirealistica già espressa, sia pure con scarsa chiarezza teorica, in uno scritto del 1869 su “L’Arte in Italia”, in cui opponeva al criterio dominante dell'imitazione, la visione dell'arte come "interpretazione della realtà". Procedendo su questa strada andava deformando progressivamente il tradizionale impianto impressionistico, denso di innegabili influenze praghiane, del “bozzetto” come genere, attraverso un netto predominio della suggestione pittorica, di cui [l’autore] selezionava via via la gamma coloristica a lui necessaria (bianchi, neri, grigi, gialli), in una messa a punto funzionale alla delineazione di un paesaggio "d'anima" allusivo, simbolico, cioè appunto “interpretato”. -- Si manifestavano così nella sua poesia influenze e suggestioni simbolistico-decadenti, apprezzabili anche nell'attenuazione lessicale e stilistica dei residui più evidenti della tradizionale orditura tardoromantica. Il processo era destinato ad accentuarsi negli anni successivi, con la messa a punto da parte [dell’autore] dei propri strumenti espressivi su una linea di apertura europea del linguaggio poetico, con un più preciso uso dell'analogia, l'adozione di un ritmo denso di spezzature, e la già accennata utilizzazione del colorismo in direzione antinaturalistica. In questo affinamento tecnico è rintracciabile una varia presenza di modelli europei in funzione di stimolo e guida nel superamento del realismo: un'estesa area culturale che va da un Baudelaire assimilato prevalentemente come lezione di stile, ai decadenti belgi, Verhaeren, Jammes, e in seguito anche Verlaine in certi acquisti di indefinita musicalità. Tale processo di liberazione e maturazione stilistica coesisteva tuttavia con un persistente gusto classicistico, che si esprimeva di volta in volta attraverso il recupero di un plasticismo di tipo parnassiano o addirittura di stampo carducciano» (Alessandra Briganti, «Camerana», voce del «Dizionario biografico degli Italiani», volume 17, 1974). Parenti, Rarità Bibl., V, p. 61
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