Cm.24x16,8. Pg.670. Legatura in mz.tela non editoriale, con piatti marmorizzati e tassello con titoli in oro al dorso. Testo incorniciato in bordura a doppio filo. Opera adorna da oltre 450 illustrazioni xilografiche nel testo, tratte in parte dall'edizione 1840 e in parte nuove. Malgrado l'indicazione apposta al frontespizio "quarta edizione illustrata", si tratta in realtà della quinta, conteggiando anche la ristampa del 1844, del capolavoro manzoniano, ed ultima pubblicata con l'Autore in vita, dopo la celebre "Quarantana" del 1840 che il Manzoni aveva commissionato al pittore, scenografo, disegnatore e costumista Francesco Gonin (Torino, 1808-1889). La stampa si deve alle cure dei fratelli Rechiedei che avevano acquistato la tipografia Redaelli, rilevando dunque anche i legni della precedente edizione, sia pure ormai in parte inservibili. L'apparato iconografico fu dunque parzialmente rifatto, grazie all'opera di artisti quali Cremona e Borgomainerio, e incisori come Centenari, Canedi e Gallieni. > Parenti, "Rarità bibliografiche dell'Ottocento", I, 274-276, in riferimento all'edizione 1869, "Malgrado lo stato deplorevole delle illustrazioni del 1840, gli editori si sono serviti, per la massima parte, di queste, largheggiando il più possibile nella scelta e accogliendo, quindi, alquante incisioni troppo scadenti. Furono escluse soltanto quelle che, nell'edizione principe, si trovano alle pagine 16, 17, 18, 26, 27, 58, 61, 142, 148, 150, 152, 321, 430, 468, dei "Promessi Sposi", 806, 832 della "Colonna infame", oltre l'occhietto che apre il volume. Poiché la frequenza delle illustrazioni non poteva consentirne la totale soppressione, gli editori si videro costretti a sostituire, almeno in parte, quelle inservibili. E l'incarico fu affidato a due giovani che dovevano, in seguito, se pur per merito e per strade diversi, raggiungere una notevole fama: Tranquillo Cremona, la cui opera pittorica ebbe larghissimo e meritato riconoscimento, e Luigi Borgomainerio, celebre, poi, come caricaturista, sotto lo pseudonimo di Don Ciccio. Sono del Borgomainerio l'occhietto, che apre il volume, sei disegni inseriti alle pg.23, 29, 33, 45, 57 e 151 e quattro tavole, fuori testo, ma contate nella numerazione, alle pagine 177, 377, 513 e 632. Si devono, invece, al Cremona tre tavole fuori testo, pure comprese nella numerazione, alle pagg.17, 165 e 249; e con ogni probabilità, il ritratto e una tavola, non firmata, a p.881. A queste illustrazioni devesi il notevole pregio di questa edizione, che è forse più rara di quella del '40, benchè meno apprezzata". Parenti, "Bibliografia manzoniana", 105, "Anche in questa edizione, come in quella del '40, si trovano, benché in proporzione minore, divergenze di lezione fra esemplare ed esemplare, ciò che avvalorerebbe l'importanza attribuita da alcuni studiosi moderni a questo testo che parrebbe aver avuto la personale assistenza dell'autore". Salveraglio, 176. Vismara, 94. Codice libreria 149312.