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Gravures

LAFRERI Antonio

Urbis Rome, totius olim orbis dominitricis, situs: cum adhuit extantibus, sacrosancte…

1650

2500,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italie)

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Détails

Année
1650
Lieu d'édition
Parigi
Format
545 X 395
Graveurs
LAFRERI Antonio
Thème
Piante e Panorami di Roma

Description

Rarissima ristampa della lastra anonima - attribuita ad Antonio Lafreri, databile al 1555/60. Esemplare nel quarto stato di quattro descritto in Bifolco-Ronca, pagina 2377, con l'indirizzo di Jollain. In alto a sinistra l’iscrizione Urbis Rome totius olim orbis domitricis, situs: cum adhuc extantibus, sacrosancte vetustatis monumentis PIRRHO LIGORIO NEAP. INVENTOR. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali SEPTENTRIO, MERIDIES, ORIENS, OCCIDENS, il nord a sinistra. Anonima pianta prospettica della città, basata sulla pianta di Pirro Ligorio, edita da Michele Tramezzini nel 1552. La pianta è inserita in alcuni esemplari dello Speculum Romanae Magnificentiae di Antonio Lafreri, al quale, pertanto, viene attribuita. Il grande interesse storico di questa pianta non è dato dall’opera stessa, una semplice copia del lavoro del Ligorio, ma è rappresentato dalle tirature successive di questa lastra. Il secondo stato, databile alla seconda metà del XVII secolo, è completamente emendato ed arricchito da toponomastica in lingua francese. Viene inserita anche una lunga descrizione della città, sempre in lingua francese. Alla morte di Antonio Lafreri (1577), i due terzi delle lastre furono divisi tra i nipoti Stefano e Claudio Duchetti. Il restante terzo venne suddiviso tra più editori. Questa lastra, quindi, potrebbe avere preso la via di Parigi, dove venne ristampata circa un secolo dopo. In alternativa, la carta potrebbe essere stampata Roma ed emendata in lingua francese. Tale edizione viene descritta da Hülsen (1915), che la annovera tra le “Copie e ristampe”, come "Incisa nel sec. XVII ex.ovvero XVIII. Ne vidi una copia presso il sig. Lang nel 1914" (la libreria antiquaria Lang di Roma). Un altro esemplare, che tuttavia potrebbe essere lo stesso citato da Hülsen, è descritto nella biblioteca della British School of Rome, appartenuto alla celebre collezione di Thomas Ashby (1874-1931), direttore dell’accademia dal 1906 al 1925. Sempre Hülsen cataloga lo stato finale dell’opera, con l’indirizzo dell’editore francese Francois Jollain. L’opera appartiene allo ' Speculum Romanae Magnificentiae, la prima iconografia della Roma antica. ' Lo ' Speculum ' ebbe origine nelle attività editoriali di Antonio Salamanca e Antonio Lafreri (Lafrery). Durante la loro carriera editoriale romana, i due editori - che hanno lavorato insieme tra il 1553 e il 1563 - hanno avviato la produzione di stampe di architettura, statuaria e vedutistica della città legate alla Roma antica e moderna. Le stampe potevano essere acquistate individualmente da turisti e collezionisti, ma venivano anche acquistate in gruppi più grandi che erano spesso legati insieme in un album. Nel 1573, Lafreri commissionò a questo scopo un frontespizio, dove compare per la prima volta il titolo Speculum Romanae Magnificentiae. Alla morte di Lafreri, due terzi delle lastre di rame esistenti andarono alla famiglia Duchetti (Claudio e Stefano), mentre un altro terzo fu distribuito tra diversi editori. Claudio Duchetti continuò l’attività editoriale, implementando le lastre dello Speculum con copie di quelle “perdute” nella divisione ereditaria, che fece incidere al milanese Amborgio Brambilla. Alla morte di Claudio (1585) le lastre furono cedute – dopo un breve periodo di pubblicazione degli eredi, in particolare nella figura di Giacomo Gherardi - a Giovanni Orlandi, che nel 1614 vendette la sua tipografia al fiammingo Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, al contrario, cedette le proprie matrici all’editore Paolo Graziani, che si associò con Pietro de Nobili; il fondo confluì nella tipografia De Rossi passando per le mani di editori come Marcello Clodio, Claudio Arbotti e Giovan Battista de Cavalleris. Il restante terzo di matrici della divisione Lafreri fu suddiviso e scisso tra diversi editori, in parte anche francesi: curioso vedere come alcune tavole vengano ristampate a Parigi da Francois Jollain alla . A very rare map of the city, published in Paris in the mid-seventeenth century using the plate made in Rome by Antonio Lafreri. Example of the fourth state of four, with the Jollain's imprint. The map is based on that of Pirro Ligorio, 1552, edited by Michele Tramezini in Rome, and its subsequent and numerous variants. In the upper left the inscription Urbis Rome totius olim orbis domitricis, situs: cum adhuc extantibus, sacrosancte vetustatis monumentis PIRRHO LIGORIO NEAP. INVENTOR. Orientation in the four sides to the center with the name of the cardinal points SEPTENTRIO, MERIDIES, ORIENS, OCCIDENS, the north on the left. Anonymous map of the city, based on the work byPirro Ligorio, published by Michele Tramezzini in 1552. The ma is inserted in some of the Speculum Romanae Magnificentiae of Antonio Lafreri, to which therefore it is attributed. The great historical interest of this map is not given by the work itself, a simple copy of Ligorio's work, but is represented by the subsequent issues of this plate. The second state, datable to the second half of the seventeenth century, is completely amended and enriched by toponymy in French. A long description of the city is also included, again in French. It is known that, at the death of Antonio Lafreri (1577), two thirds of the plates were divided between his nephews Stefano and Claudio Duchetti. The remaining third was divided among several publishers. This plate therefore may have taken the road to Paris, where it was reprinted about a century later. ' This edition is described by Hülsen (1915), who lists it among the "Copies and reprints", as "Engraved in the seventeenth century ex.ovvero XVIII. According with Bifolco-Ronca this is the final state of the work, with the address of the French publisher Francois Jollain. The work belongs to the Speculum Romanae Magnificentiae, the earliest iconography of ancient Rome. ' The Speculum originated in the publishing activities of Antonio Salamanca and Antonio Lafreri (Lafrery). During their Roman publishing careers, the two editors-who worked together between 1553 and 1563-started the production of prints of architecture, statuary, and city views related to ancient and modern Rome. The prints could be purchased individually by tourists and collectors, but they were also purchased in larger groups that were often bound together in an album. In 1573, Lafreri commissioned a frontispiece for this purpose, where the title Speculum Romanae Magnificentiae appears for the first time. Upon Lafreri's death, two-thirds of the existing copperplates went to the Duchetti family (Claudio and Stefano), while another third was distributed among several publishers. Claudio Duchetti continued the publishing activity, implementing the Speculum plates with copies of those "lost" in the hereditary division, which he had engraved by the Milanese Amborgio Brambilla. Upon Claudio's death (1585) the plates were sold - after a brief period of publication by the heirs, particularly in the figure of Giacomo Gherardi - to Giovanni Orlandi, who in 1614 sold his printing house to the Flemish publisher Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, on the other hand, sold his own plates to the publisher Paolo Graziani, who partnered with Pietro de Nobili; the stock flowed into the De Rossi typography passing through the hands of publishers such as Marcello Clodio, Claudio Arbotti and Giovan Battista de Cavalleris. The remaining third of plates in the Lafreri division was divided and split among different publishers, some of them French: curious to see how some plates were reprinted in Paris by Francois Jollain in the mid-17th century. Different way had some plates printed by Antonio Salamanca in his early period; through his son Francesco, they goes to Nicolas van Aelst's. Other editors who contributed to the Speculum were the brothers Michele and Francesco Tramezzino (authors of numerous plates that flowed in part to the Lafreri printing house), Tommaso Barlacchi. Cfr.
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