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Gravures

ORTELIUS Abraham

Tusciae Antiquae typus. Ex conatibus geographicis Ab. Ortelij

1584

800,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italie)

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Détails

Année
1584
Lieu d'édition
Anversa
Format
487 X 322
Graveurs
ORTELIUS Abraham
Thème
Carte Storiche
Description
Koeman/Meurer: 11P, Karrow: 1/156, van der Krogt AN: 7200H:31A.

Description

PRIMA VERSIONE DELLA CELEBRE TUSCIAE ANTIQUAE TYPUS DI ORTELIUS Affascinante carta storica dell'antica Etruria - Tuscia secondo la denominazione romana - pubblicata nel Parergon - l'atlante storico di Abraham Ortelius. La mappa si basa sul lavoro cartografico del Bellarmati, integrato - come di consueto per le carte storiche di Ortelius - con fonti classiche quali Livio, Plinio, Catone, Virgilio e Plutarco.Nel cartiglio a destra, sotto il titolo, è riportata la notizia del privilegio decennale. Nel cartiglio in basso a sinistra, è contenuto un elenco dei siti di incerta localizzazione.Proprio sopra il cartiglio, in corrispondenza di Capraia, Ortelius riporta una citazione curiosa di Claudio Rutilio Namaziano, De reditu Lib. I: "Squalet lucifugis insula plena viris Rutil. lib.1" ovvero "L’isola si presenta squallida, piena di uomini che fuggono la luce". Il verso è il 440 del libro I del De Reditu di Rutilio Namaziano re-soconto del viaggio di ritorno compiuto dal poeta da Roma in Gallia, nel 415 o nel 417 d.C. Il passaggio dinanzi all'isola di Capraia, offre all'autore pagano l'occasione di un attacco sprezzante e velenoso contro i monaci e le loro pratiche ascetiche: l'isola, infatti, dal IV-V sec., era sede di una comunità monastica che si era qui ritirata proprio per la natura selvaggia dell'isola (laddove in Oriente era frequente il ritiro nel deserto). L'ascetismo erano considerati dall'autore, che aveva a cuore le sorti di Roma, come una deplorevole sottrazione ai doveri civili. I monaci, e, in via indiretta, i cristiani, sono dunque definiti "lucifuges" "che fuggono la luce", epiteto che Virgilio usa nelle Georgiche per gli scarafaggi.Anche per altri siti, Ortelius cita espressamente fonti classiche - è il caso dell'isola d'Elba, definita da Virgilio "isola generosa di inesauribili miniere di acciaio" - o ricorda gli eventi memorabili legati al sito, come nel caso di Caprara di Gualdo Tadino, l'antica "Capras", "ubi Totilas interfectus" "dove Totila (re degli Ostrogoti) fu ucciso".Incisione su rame, magnifica coloritura coeva, testo latino al verso, in ottimo stato di conservazione. Esemplare tratto dall'edizione latina del Parergon, del 1584, la PRIMA EDIZIONE dell'atlante a contenere questa carta.La lastra verrà utilizzata per le edizioni pubblicate tra il 1584 e il 1592: a partire dal 1595 sarà sostituita con un'altra lastra (Van den Broecke, Ort 208).Come sottolinea Koeman ". il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali…prese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore… La mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo". Map of ancient Tuscany, based on Bellarmati's map, supplemented by classical sources including Livy, Pliny, Cato, Virgil and Plutarch. Cartouche middle right: "Cum priuilegio Imperiali et Belgico | ad decennium. | 1584". [With a ten year imperial and Belgian privilege. 1584.] Cartouche lower left: list with names of uncertain locations in two columns.From the 1584 Latin edition of the Parergon by Abraham Ortelius, that is the first edition of atlas in which this map occures. From 1595 onwards a new plate (Van den Broecke Ort 208) appears.Copper engraving, text in Latin on verso, orìginal colors, in very good condition. Map taken from the Parergon, the first historical atlas ever published. It was initially conceived by Ortelius as an appendix to his Theatrum Orbis Terrarum, but given the considerable success of these historical maps it later became an independent work and remained the main source of all similar works throughout the seventeenth century. Koeman wrote: "This atlas of ancient geography must be regarded as a personal work of Ortelius. For this work he did not, as in the ' Theatrum, copy other people's maps but drew the originals himself. He took many places and regions from the lands of classical civilization to illustrate and clarify their history, a subject very close to his heart. The maps and plates of the ' Parergon ' have to be evaluated as the most outstanding engravings depicting the wide-spread interest in classical geography in the 16th century." The Theatrum Orbis Terrarum, which is considered the first true modern "Atlas". The work was published in 7 languages and 36 editions, for which - in 1570 - Ortelius obtained the privilege, a kind of copyright that prevented other cartographers from publishing his works. The Theatrum represented the most advanced work of cartographic description. Ortelius collected in it the geographical and cartographic knowledge of his time, proposing in 147 spectacular engraved plates the most faithful image of the world then known and, in some extraordinary "historical maps", regions and routes taken from literature, mythology, tradition. Copper engraving, contemporary coloring, in good condition. Cfr. Koeman/Meurer: 11P, Karrow: 1/156, van der Krogt AN: 7200H:31A.
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