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Gravures

LAFRERI Antonio

Sezione, prospetto e piante della Colonna Traiana

1552

1000,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italie)

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Année
1552
Format
365 X 535
Graveurs
LAFRERI Antonio

Description

Bulino, firmato in lastra in basso al centro Ant. Lafrerij Romae. Esemplare nel primo stato di tre per Rubach, secondo stato di quattro per Alberti che cita la prova di stampa, prima della firma di Lafreri, apparsa nel catalogo Quaritch del 1893; la lastra venne successivamente ristampata da Paolo Graziani e Pietro de Nobili. Il foglio deriva dal Libro appartenente all’architettura di Antonio Labacco, pubblicato per la prima volta intorno al 1552 e che costituisce quindi un terminus post quem per l'incisione di Lafreri. Un’edizione del libro di Labacco era disponibile anche nella bottega di Lafreri, come si evince dal suo indice di vendita. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “pellegrino nel cerchio con stella” (cfr. Woodward nn. 2-8), rifilata al rame e con margini coevi aggiunti, in ottimo stato di conservazione. “Il disegno riproduce l’interno della Colonna Traiana. Sulla colonna si erano concentrati vari interessi editoriali soprattutto per incidere tutte le scene di storia ivi rappresentate. Barbara Bastianetto ci informa che si era formata Una “società mista” per le incisioni della Colonna Traiana. Un primo documento risale al 22 settembre 1570. L’incisione riporta con dovizia di particolari tutte le misure della colonna” (cfr. Marigliani, ' Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento). L’opera appartiene allo ' Speculum Romanae Magnificentiae, la prima iconografia della Roma antica. La lastra figura nell'Indice del Lafreri al n. 140, descritta come Colonna di Traiano della parte di fuori, con la demostrazione della parte di dentro. Lo ' Speculum ' ebbe origine nelle attività editoriali di Antonio Salamanca e Antonio Lafreri (Lafrery). Durante la loro carriera editoriale romana, i due editori - che hanno lavorato insieme tra il 1553 e il 1563 - hanno avviato la produzione di stampe di architettura, statuaria e vedutistica della città legate alla Roma antica e moderna. Le stampe potevano essere acquistate individualmente da turisti e collezionisti, ma venivano anche acquistate in gruppi più grandi che erano spesso legati insieme in un album. Nel 1573, Lafreri commissionò a questo scopo un frontespizio, dove compare per la prima volta il titolo Speculum Romanae Magnificentiae. Alla morte di Lafreri, due terzi delle lastre di rame esistenti andarono alla famiglia Duchetti (Claudio e Stefano), mentre un altro terzo fu distribuito tra diversi editori. Claudio Duchetti continuò l’attività editoriale, implementando le lastre dello Speculum con copie di quelle “perdute” nella divisione ereditaria, che fece incidere al milanese Amborgio Brambilla. Alla morte di Claudio (1585) le lastre furono cedute – dopo un breve periodo di pubblicazione degli eredi, in particolare nella figura di Giacomo Gherardi - a Giovanni Orlandi, che nel 1614 vendette la sua tipografia al fiammingo Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, al contrario, cedette le proprie matrici all’editore Paolo Graziani, che si associò con Pietro de Nobili; il fondo confluì nella tipografia De Rossi passando per le mani di editori come Marcello Clodio, Claudio Arbotti e Giovan Battista de Cavalleris. Il restante terzo di matrici della divisione Lafreri fu suddiviso e scisso tra diversi editori, in parte anche francesi: curioso vedere come alcune tavole vengano ristampate a Parigi da Francois Jollain alla metà del XVII secolo. Diverso percorso ebbero alcune lastre stampate da Antonio Salamanca nel suo primo periodo; attraverso il figlio Francesco, confluirono nella tipografia romana di Nicolas van Aelst. Altri editori che contribuirono allo Speculum furono i fratelli Michele e Francesco Tramezzino (autori di numerose lastre che confluirono in parte nella tipografia Lafreri), Tommaso Barlacchi, e Mario Cartaro, che fu l’esecutore testamentario del Lafreri, e stampò alcune lastre di derivazione. Per l’intaglio dei rami vennero chiamati a Roma e impiegati tutti i migliori incisori. Engraving, signed in plate in lower center Ant. Lafrerij Romae. Example in the first state of three for Rubach, second state of four for Alberti, who cites the proof, before Lafreri's signature, that appeared in the 1893 Quaritch catalog; the plate was later reprinted by Paolo Graziani and Pietro de Nobili. The sheet is derived from Antonio Labacco's Libro appartenente all'architettura, first published around 1552 and thus constituting a terminus post quem for Lafreri's engraving. An edition of Labacco's book was also available in Lafreri's workshop, as can be seen from his catalogue. Magnificent proof, impressed on contemporary laid paper with "pilgrim in circle with star" watermark (see Woodward nos. 2-8), trimmed to copperplate and with coeval margins added, in excellent condition. “The subject reproduces the interior of the Trajan Column. Various editorial interests had focused on the column especially to engrave all the historical scenes depicted there. Barbara Bastianetto informs us that a "mixed society" had been formed for the engravings of Trajan's Column. An early document dates back to September 22, 1570. The engraving gives in great detail all the measurements of the column." (translation from C. Marigliani, ' Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento). The work belongs to the Speculum Romanae Magnificentiae, the earliest iconography of ancient Rome. The Speculum originated in the publishing activities of Antonio Salamanca and Antonio Lafreri (Lafrery). During their Roman publishing careers, the two editors-who worked together between 1553 and 1563-started the production of prints of architecture, statuary, and city views related to ancient and modern Rome. The prints could be purchased individually by tourists and collectors, but they were also purchased in larger groups that were often bound together in an album. In 1573, Lafreri commissioned a frontispiece for this purpose, where the title Speculum Romanae Magnificentiae appears for the first time. Upon Lafreri's death, two-thirds of the existing copperplates went to the Duchetti family (Claudio and Stefano), while another third was distributed among several publishers. Claudio Duchetti continued the publishing activity, implementing the Speculum plates with copies of those "lost" in the hereditary division, which he had engraved by the Milanese Amborgio Brambilla. Upon Claudio's death (1585) the plates were sold - after a brief period of publication by the heirs, particularly in the figure of Giacomo Gherardi - to Giovanni Orlandi, who in 1614 sold his printing house to the Flemish publisher Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, on the other hand, sold his own plates to the publisher Paolo Graziani, who partnered with Pietro de Nobili; the stock flowed into the De Rossi typography passing through the hands of publishers such as Marcello Clodio, Claudio Arbotti and Giovan Battista de Cavalleris. The remaining third of plates in the Lafreri division was divided and split among different publishers, some of them French: curious to see how some plates were reprinted in Paris by Francois Jollain in the mid-17th century. Different way had some plates printed by Antonio Salamanca in his early period; through his son Francesco, they goes to Nicolas van Aelst's. Other editors who contributed to the Speculum were the brothers Michele and Francesco Tramezzino (authors of numerous plates that flowed in part to the Lafreri printing house), Tommaso Barlacchi, and Mario Cartaro, who was the executor of Lafreri's will, and printed some derivative plates. All the best engravers of the time - such as Nicola Beatrizet (Beatricetto), Enea Vico, Etienne Duperac, Ambrogio Brambilla, and others ' - were called to Rome and employed for the intaglio of the works. All these publishers-engravers and merchants-the proliferation of intaglio workshops and artisans helped to create the myth of the Speculum Romanae Magnificentiae, the oldest and most important . Cfr.
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