Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Gravures

BEATRICETTO Nicolas Beatrizet detto

Progetto di Michelangelo per la facciata di Palazzo Farnese

1549

900,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italie)

Demander plus d'informations

Mode de Paiement

Détails

Année
1549
Lieu d'édition
Roma
Format
535 X 335
Graveurs
BEATRICETTO Nicolas Beatrizet detto

Description

Bulino, 1549, inciso da Nicolas Beatrizet (Lunéville, 1515 ca. – Roma, 1565 ca.) per l’editore Antonio Lafréry (Orgelet, 1512 – Roma, 1577). ' Esemplare del primo stato di quattro. La stampa illustra il progetto di Michelangelo per la facciata di Palazzo Farnese. Opera appartenente allo Speculum Romanae Magnificentiae di Lafreri. Nell’anno in cui la stampa venne incisa da Beatrizet il terzo piano del palazzo era già stato rialzato e il cornicione doveva essere quasi completato. Proprio il disegno del cornicione voluto da Paolo III (1534-1549) che bandì un apposito concorso vinto da Michelangelo, fu l’occasione per il Buonarroti per subentrare nella fabbrica di Palazzo Farnese ad Antonio da Sangallo il Giovane (morto il 19 settembre 1546). Nella dedica in alto il Beatrizet elogia il papa Paolo III per aver seguito nella costruzione del palazzo le norme vitruviane. Tuttavia, sottolinea Frommel che l’incisore: ‹‹sbaglia negli oggetti della trabeazione sotto lo stemma e non corrisponde neanche nella prospettiva parziale delle finestre con la maniera di Michelangelo››. La piattezza della facciata sangallesca del Palazzo fu ravvivata con l’inserimento della finestra centrale del piano nobile, sormontata dallo stemma Farnese. Iscritto in basso al centro: ‹‹Misura, Palmorum ? XL ?›› [Misura di 40 palmi] con scala di misura. ' Firmato in basso a sinistra accanto al prospetto del palazzo: ‹‹NB.F›› [Nicolas Beatrizet Fece]. Firmato e datato in basso a destra: ‹‹Antonij Lafrerij Sequani formis ? DXLiiiI››. L’opera appartiene allo ' Speculum Romanae Magnificentiae, la prima iconografia della Roma antica. ' Lo ' Speculum ' ebbe origine nelle attività editoriali di Antonio Salamanca e Antonio Lafreri (Lafrery). Durante la loro carriera editoriale romana, i due editori - che hanno lavorato insieme tra il 1553 e il 1563 - hanno avviato la produzione di stampe di architettura, statuaria e vedutistica della città legate alla Roma antica e moderna. Le stampe potevano essere acquistate individualmente da turisti e collezionisti, ma venivano anche acquistate in gruppi più grandi che erano spesso legati insieme in un album. Nel 1573, Lafreri commissionò a questo scopo un frontespizio, dove compare per la prima volta il titolo Speculum Romanae Magnificentiae. Alla morte di Lafreri, due terzi delle lastre di rame esistenti andarono alla famiglia Duchetti (Claudio e Stefano), mentre un altro terzo fu distribuito tra diversi editori. Claudio Duchetti continuò l’attività editoriale, implementando le lastre dello Speculum con copie di quelle “perdute” nella divisione ereditaria, che fece incidere al milanese Amborgio Brambilla. Alla morte di Claudio (1585) le lastre furono cedute – dopo un breve periodo di pubblicazione degli eredi, in particolare nella figura di Giacomo Gherardi - a Giovanni Orlandi, che nel 1614 vendette la sua tipografia al fiammingo Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, al contrario, cedette le proprie matrici all’editore Paolo Graziani, che si associò con Pietro de Nobili; il fondo confluì nella tipografia De Rossi passando per le mani di editori come Marcello Clodio, Claudio Arbotti e Giovan Battista de Cavalleris. Il restante terzo di matrici della divisione Lafreri fu suddiviso e scisso tra diversi editori, in parte anche francesi: curioso vedere come alcune tavole vengano ristampate a Parigi da Francois Jollain alla metà del XVII secolo. Diverso percorso ebbero alcune lastre stampate da Antonio Salamanca nel suo primo periodo; attraverso il figlio Francesco, confluirono nella tipografia romana di Nicolas van Aelst. Altri editori che contribuirono allo Speculum furono i fratelli Michele e Francesco Tramezzino (autori di numerose lastre che confluirono in parte nella tipografia Lafreri), Tommaso Barlacchi, e Mario Cartaro, che fu l’esecutore testamentario del Lafreri, e stampò alcune lastre di derivazione. Per l’intaglio dei rami vennero chiamati a Rom. Engraving, 1549, by Nicolas Beatrizet (Lunéville, 1515 ca. - Rome, 1565 ca.) for the publisher Antonio Lafréry (Orgelet, 1512 - Rome, 1577). ' Example of the first state of four. The print illustrates Michelangelo's project for the facade of Palazzo Farnese. Work belonging to the Speculum Romanae Magnificentiae of Lafreri. In the year in which the print was engraved by Beatrizet the third floor of the palace had already been raised and the cornice had to be almost completed. Just the design of the cornice wanted by Paul III (1534-1549), who announced a special competition won by Michelangelo, was the occasion for Buonarroti to take over the construction of Palazzo Farnese from Antonio da Sangallo il Giovane (died September 19, 1546). In the dedication above, Beatrizet praises Pope Paul III for following Vitruvian norms in the construction of the palace. However Frommel points out that the engraver: "is wrong in the projections of the entablature under the coat of arms and does not correspond even in the partial perspective of the windows with the manner of Michelangelo". The flatness of the Palazzo's sangallesque facade was enlivened by the insertion of the central window of the piano nobile, surmounted by the Farnese coat of arms. Inscribed at top center: “Exterior orthographia frontis Farnesianæ domus: quam Romæ et magnis impensis et seruatis architecturæ præceptis PAVLUS Tertius Pontifex maximus, a fundamentis / memoriæ caußa sibi Posterisque suis erexit” [Exterior elevation of Palazzo Farnese that, with great expense and according to the precepts of architecture, Pontiff Maximus Paul III had built from the foundations, in future memory of himself and his posterity]. Inscribed at bottom center: “Misura, Palmorum - XL- [Measure of 40 palms] with scale of measurement. ' Signed at lower left next to the building elevation: "NB.F" [Nicola Beatrizet Fece]. Signed and dated lower right: "Antonij Lafrerij Sequani formis ?DXLiiiI". The work belongs to the Speculum Romanae Magnificentiae, the earliest iconography of ancient Rome. The Speculum originated in the publishing activities of Antonio Salamanca and Antonio Lafreri (Lafrery). During their Roman publishing careers, the two editors-who worked together between 1553 and 1563-started the production of prints of architecture, statuary, and city views related to ancient and modern Rome. The prints could be purchased individually by tourists and collectors, but they were also purchased in larger groups that were often bound together in an album. In 1573, Lafreri commissioned a frontispiece for this purpose, where the title Speculum Romanae Magnificentiae appears for the first time. Upon Lafreri's death, two-thirds of the existing copperplates went to the Duchetti family (Claudio and Stefano), while another third was distributed among several publishers. Claudio Duchetti continued the publishing activity, implementing the Speculum plates with copies of those "lost" in the hereditary division, which he had engraved by the Milanese Amborgio Brambilla. Upon Claudio's death (1585) the plates were sold - after a brief period of publication by the heirs, particularly in the figure of Giacomo Gherardi - to Giovanni Orlandi, who in 1614 sold his printing house to the Flemish publisher Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, on the other hand, sold his own plates to the publisher Paolo Graziani, who partnered with Pietro de Nobili; the stock flowed into the De Rossi typography passing through the hands of publishers such as Marcello Clodio, Claudio Arbotti and Giovan Battista de Cavalleris. The remaining third of plates in the Lafreri division was divided and split among different publishers, some of them French: curious to see how some plates were reprinted in Paris by Francois Jollain in the mid-17th century. Different way had some plates printed by Antonio Salamanca in his early period; through his son Francesco, they goes to Nicolas van Aelst's. Other editors who contrib. Cfr.
Logo Maremagnum fr