Tratta dal “Theatrum Orbis Terrarum” (Anversa, 1570 / 1603 circa), incisione in rame all’acquaforte in tarda tiratura di incerta qualifica temporale, coloritura a mano, cm 38 x 44,5 circa (alla lastra) più margini bianchi, foglio privo di testo al verso, dedica al re biblico Davide in alto a sinistra, sopra lo stemma del prete Giovanni, elefanti e altre figure adornano la mappa. Si tratta della decorativa mappa relativa all’immaginario regno di Prete Giovanni (Prester John), re monarca di un leggendario regno cristiano in Oriente, qui identificato con l’Abissinia. Questa figura appare nelle tradizioni storico - geografiche del Medioevo, nelle cronache e nelle tradizioni europee dal XII al XVII secolo, e tradizione storica vuole che, conducendo una tenace guerra contro i musulmani infedeli, gli stessi crociati sperassero in Prete Giovanni che si unisse all’ Occidente cristiano e nella protezione della Terra Santa minata dagli islamici. Si presume che Giovanni discendesse da David o in alcune tradizioni, dai Tre Magi, si diceva che governasse una nazione cristiana nestoriana persa in mezzo ai musulmani e ai pagani d'Oriente. Credendo che fosse da qualche parte in Medio Oriente, papa Alessandro III inviò a Giovanni una lettera nel 1177 pregandolo di aiutarlo contro i mongoli, ma il suo messaggero non tornò mai più. Quando Polo e altri viaggiatori aprirono l'Oriente senza trovarlo, il regno di Prete Giovanni si ritirò nell'ignoto. Sebbene le mappe di Waldseemüller del 1507 lo collochino in India, Fries lo trasferì in Africa nel 1522. Alla fine gli esploratori portoghesi si convinsero di averlo trovato in Etiopia (alias Abissini) dove risiede su questa mappa. I tratti caratteristici e leggendari del Padre Gianni (la sua grandissima ricchezza di metalli preziosi e gemme; il fatto che il suo paese si trovasse agli estremi confini del mondo - nell'epopea cavalleresca si arriverà ai margini del Paradiso Terrestre, dato accettato dallo stesso Ariosto; l'inimicizia con i musulmani suoi contermini e quindi la possibilità di un’alleanza con gli stati cristiani di Occidente), nella tradizione sono abbastanza vaghi e imprecisi, e si spiega perciò come anche la collocazione geografica del regno sia rimasta per lungo tempo molto indeterminata, tra Asia e Africa, incertezza favorita dall’ambiguo significato delle denominazioni di India ed Etiopia nella geografia medievale. Quelli che cercarono il Padre in Africa giunsero a identificarlo con principi della Nubia cristiana o con il sovrano dell’Etiopia, finché che quest'ultima identificazione divenne prevalente a partire dal XIV secolo. Ecco quindi che iniziati i contatti diretti fra Etiopia e mondo occidentale, la figura del Padre venne definitivamente fissata in Etiopia con quella del monarca etiope. Sarà dunque verso questo stato cristiano dell’Africa che si rivolgerà l'attenzione dell’Europa che desiderava entrare in relazione col monarca orientale. Il “Theatrum Orbis Terrarum” è considerato il primo vero “atlante” moderno. Pubblicato in sette lingue e in trentasei edizioni, rappresentò il lavoro più avanzato in ambito cartografico. Ortelius vi raccolse il sapere geografico e cartografico del suo tempo, realizzando centoquarantasette carte incise che resero l’immagine del mondo allora conosciuto. Nel 1570 Ortelius ottenne il “Privilegio”, ovvero una sorta di diritto d'autore che impediva ad altri cartografi di pubblicare i propri lavori. Dal 1598 al 1612 le edizioni postume del “Theatrum” furono realizzate dal suo collaboratore Johannes Baptiste Vrients. Ortelius fu anche il primo a citare le fonti, menzionando i nomi dei cartografi nel “catalogus auctorum”. Patina e ingiallimento ai margini, tenue coloritura, comunque in buono stato di conservazione. € 150 1000 fosse stata buona - prezzo messo un po’ a caso, da rivedere - a gennaio 2022 ce n’è solo una di Barry Laurence Rudermann a 1200 dollari che corrispondono in questo momento a circa 1000 euroe a luglio 23 vedo ce l'ha anche Ex Libris a 1200 su MareM - dopo Mantova maggio ‘24 dove l’ha vista anche Paolo Rambaldi (mi aveva chiamata per dire se gliela portavo ma poi lì per lì guardandola bene ha convenuto che avevo ragione e abbiamo anche fatto caso che non ha testo la verso) la considero proprio come decorativa e l’abbasso a 150 2. (9707) (Europa Orientale, Russia, Moscovia, Tartaria). ORTELIUS, ABRAHAM (ORTELIO, ABRAMO). Russiae Moscoviae et Tartariae Descriptio. Tratta dal “Theatrum Orbis Terrarum” (Anversa, 1570 circa), incisione in rame all’acquaforte in tarda tiratura del ventesimo secolo con coloritura a mano, cm 36,5 x 45,5 circa (alla lastra) più margini bianchi. Si tratta di una decorativa mappa basata, come espressamente dichiarato nel cartiglio, sul lavoro di Anthony Jenkinson, il quale compì diversi viaggi in Russia tra il 1559 e il 1567, le cui mappe furono realizzate sulla base delle proprie osservazioni e il cui lavoro fu edito a Londra nel 1562. La mappa si presenta ricca di cartigli, con testi di carattere storico ed etnografico. La arricchiscono numerose vignette che raffigurano indigeni, animali e scene mitologiche. Il “Theatrum Orbis Terrarum” è considerato il primo vero “atlante” moderno. Pubblicato in sette lingue e in trentasei edizioni, rappresentò il lavoro più avanzato in ambito cartografico. Ortelius vi raccolse il sapere geografico e cartografico del suo tempo, realizzando centoquarantasette carte incise che resero l’immagine del mondo allora conosciuto. Nel 1570 Ortelius ottenne il “Privilegio”, ovvero una sorta di diritto d'autore che impediva ad altri cartografi di pubblicare i propri lavori. Dal 1598 al 1612 le edizioni postume del “Theatrum” furono realizzate dal suo collaboratore Johannes Baptiste Vrients. Ortelius fu anche il primo a citare le fonti, menzionando i nomi dei cartografi nel “catalogus auctorum”. Patina e ingiallimento ai margini, tenue coloritura, stato di conservazione accettabile.