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Gravures

LAFRERI Antonio

Palazzo di Raffaello (Palazzo Caprini)

1549

800,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italie)

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Détails

Année
1549
Format
390 X 250
Graveurs
LAFRERI Antonio

Description

Bulino, 1549, firmato e datato in basso al centro Antonij Lafrerij Romae 1549. Esemplare nel primo stato di due per Marigliani, stato unico per Rubach e Alberti, avanti l’indirizzo di Pietro de Nobili. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “giglio nel cerchio” (cfr. Woodward nn. 103-107), con margini, in eccellente stato di conservazione. Iscritto in basso al centro: Raph. Urbinat ex Lapjde Coctili Romae extructum. “L’incisione edita dal Lafréry è il disegno più completo per conoscere la facciata del palazzo, progettato da Bramante e situato tra la via Alessandrina e la piazza denominata Scossacavalli in prossimità del complesso Vaticano. Fu commissionato dai fratelli Adriano e Aurelio Cipriani e acquistato da Raffaello nel 1517 che lo abitò sino alla sua morte nel 1520 nonostante lo considerasse non del tutto adatto alle esigenze della sua bottega. «Palazzo Caprini è la matura risposta al tentativo di riesumare l’ideale residenziale antico, coniugato alla moderna realtà urbana. Che è quella d’un area - Borgo Nuovo - fortemente caratterizzata in senso aulico e rappresentativo, con l’accentuazione neoimperiale dell’etàdi Giulio II rispetto alle già colte e antichizzanti premesse borgiane, ma anche di grande vitalità commerciale. Le due funzioni sono sapientemente coniugate ma anche nettamente distinte dal linguaggio architettonico: l’ordine rustico inferiore, che comprende quattro botteghe sul prospetto principale, e il piano nobile, con gli aulici finestroni balaustrati e timpanati» (F. Borsi). Alla morte di Raffaello l’edificio venne acquistato dal cardinale Pietro Accolti, dopo successive trasformazioni venne demolito nel 1937 per i lavori di via della Conciliazione. La stampa edita dal Lafréry ebbe una seconda edizione nel 1584 a cura di Pietro De Nobili” (cfr. Marigliani, ' Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento). L’opera appartiene allo ' Speculum Romanae Magnificentiae, la prima iconografia della Roma antica. ' Lo ' Speculum ' ebbe origine nelle attività editoriali di Antonio Salamanca e Antonio Lafreri (Lafrery). Durante la loro carriera editoriale romana, i due editori - che hanno lavorato insieme tra il 1553 e il 1563 - hanno avviato la produzione di stampe di architettura, statuaria e vedutistica della città legate alla Roma antica e moderna. Le stampe potevano essere acquistate individualmente da turisti e collezionisti, ma venivano anche acquistate in gruppi più grandi che erano spesso legati insieme in un album. Nel 1573, Lafreri commissionò a questo scopo un frontespizio, dove compare per la prima volta il titolo Speculum Romanae Magnificentiae. Alla morte di Lafreri, due terzi delle lastre di rame esistenti andarono alla famiglia Duchetti (Claudio e Stefano), mentre un altro terzo fu distribuito tra diversi editori. Claudio Duchetti continuò l’attività editoriale, implementando le lastre dello Speculum con copie di quelle “perdute” nella divisione ereditaria, che fece incidere al milanese Amborgio Brambilla. Alla morte di Claudio (1585) le lastre furono cedute – dopo un breve periodo di pubblicazione degli eredi, in particolare nella figura di Giacomo Gherardi - a Giovanni Orlandi, che nel 1614 vendette la sua tipografia al fiammingo Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, al contrario, cedette le proprie matrici all’editore Paolo Graziani, che si associò con Pietro de Nobili; il fondo confluì nella tipografia De Rossi passando per le mani di editori come Marcello Clodio, Claudio Arbotti e Giovan Battista de Cavalleris. Il restante terzo di matrici della divisione Lafreri fu suddiviso e scisso tra diversi editori, in parte anche francesi: curioso vedere come alcune tavole vengano ristampate a Parigi da Francois Jollain alla metà del XVII secolo. Diverso percorso ebbero alcune lastre stampate da Antonio Salamanca nel suo primo periodo; attraverso il figlio Francesco, confluirono nella tipografia romana d. Engraving, 1549, signed and dated lower center Antonij Lafrerij Romae 1549. Example in the first state of two for Marigliani, single state for Rubach and Alberti, before Pietro de Nobili's address. Magnificent proof, printed on contemporary laid paper with "lily in the circle" watermark (see Woodward nos. 103-107), with margins, in excellent condition. Inscribed at lower center: Raph. Urbinat ex Lapjde Coctili Romae extructum. "The engraving published by Lafréry is the most complete drawing to acquaint us with the facade of the palace, designed by Bramante and located between the Via Alessandrina and the square called Scossacavalli near the Vatican complex. It was commissioned by brothers Adriano and Aurelio Cipriani and purchased by Raphael in 1517, who lived in it until his death in 1520 despite considering it not entirely suited to the needs of his workshop. "Palazzo Caprini is the mature response to the attempt to exhume the ancient residential ideal, combined with the modern urban reality. Which is that of an area - Borgo Nuovo - strongly characterized in a courtly and representative sense, with the neo-imperial accentuation of the age of Julius II with respect to the already cultured and antiquated Borgian premises, but also of great commercial vitality. The two functions are skillfully combined but also clearly distinguished by the architectural language: the lower rustic order, which includes four stores on the main elevation, and the piano nobile, with its courtly balustraded and tympanum windows" (F. Borsi). Upon Raphael's death the building was purchased by Cardinal Pietro Accolti, after successive transformations it was demolished in 1937 for the Via della Conciliazione works. The print published by Lafréry had a second edition in 1584 edited by Pietro De Nobili” (translation from C. Marigliani, ' Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento). The work belongs to the Speculum Romanae Magnificentiae, the earliest iconography of ancient Rome. The Speculum originated in the publishing activities of Antonio Salamanca and Antonio Lafreri (Lafrery). During their Roman publishing careers, the two editors-who worked together between 1553 and 1563-started the production of prints of architecture, statuary, and city views related to ancient and modern Rome. The prints could be purchased individually by tourists and collectors, but they were also purchased in larger groups that were often bound together in an album. In 1573, Lafreri commissioned a frontispiece for this purpose, where the title Speculum Romanae Magnificentiae appears for the first time. Upon Lafreri's death, two-thirds of the existing copperplates went to the Duchetti family (Claudio and Stefano), while another third was distributed among several publishers. Claudio Duchetti continued the publishing activity, implementing the Speculum plates with copies of those "lost" in the hereditary division, which he had engraved by the Milanese Amborgio Brambilla. Upon Claudio's death (1585) the plates were sold - after a brief period of publication by the heirs, particularly in the figure of Giacomo Gherardi - to Giovanni Orlandi, who in 1614 sold his printing house to the Flemish publisher Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, on the other hand, sold his own plates to the publisher Paolo Graziani, who partnered with Pietro de Nobili; the stock flowed into the De Rossi typography passing through the hands of publishers such as Marcello Clodio, Claudio Arbotti and Giovan Battista de Cavalleris. The remaining third of plates in the Lafreri division was divided and split among different publishers, some of them French: curious to see how some plates were reprinted in Paris by Francois Jollain in the mid-17th century. Different way had some plates printed by Antonio Salamanca in his early period; through his son Francesco, they goes to Nicolas van Aelst's. Other editors who contributed to the Speculum were the brothers Michele and Francesco Tramez. Cfr.
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