Suggestiva acquaforte su rame in formato orizzontale cm.34,7x67,2. Al centro in alto, in cartiglio: "Soccorso portaio dall’ Armi della Lega in Tosscana, sotto la condotta del Serg.te Gen.le di Battaglia Don Alonzo Strozzi alla / Piazza di Pitigliano assediata dall’ esercito de Barberini, et difesa dal Serg.te di Battaglia Piero Grifoni, con la / ritirata, et disfacim.to delli aggressori, et con la perdita de' lor cann[o]ne, monitione, et baglio. sotto di 24 8bre 1643". Al piede dettagliata legenda delle varie fasi della battaglia, articolata in 15 diversi punti, contrassegnati con lettere alfabetiche da "A" a "Q". La stampa è stata acquisita già montata in sobria cornice moderna color legno, e non è stata smontata, dunque presenta alcune increspature e lievi abrasioni lungo le precedenti piegature, oltre a fisiologiche, marginali bruniture. Al disopra della legenda la firma "Francesco Cecchi fece". L'incisione è tratta da "Vedute e battaglie seguite in Toscana tra gli eserciti guerreggianti l'anno 1643". Assai bella incisione, con il tipico gusto delle raffigurazioni belliche. La battaglia viene immortalata a volo d'uccello, e spicca una assai marcata attenzione alle dinamiche dello scontro grazie alla presenza di moltissimi guerrieri rappresentati. Ne scaturisce un effetto d'insieme pregnante e significativo. L'evento bellico si inserice nella cosiddetta prima Guerra di Castro (1641-1644), quando, dopo che le armi pontificie avevano occupato nel 1641 il Ducato di Castro, di proprietà dei Farnese, scaturì un'alleanza tra Granducato di Toscana, Repubblica di Venezia e Ducato di Modena. L'episodio presentato è l'assedio di Pitigliano, organizzato dall'esercito pontifico, sotto il comando del cardinale Antonio Barberini, ed in particolare la fine dello stesso, grazie all'intervento delle truppe della Lega Toscana, assieme a Venezia e a Modena, agli ordini di don Alonso Strozzi. "Quella che viene definita come "Prima guerra di Castro", scaturì dagli impedimenti che Odoardo Farnese, duca di Parma, Piacenza, Castro e Ronciglione, poteva arrecare alla politica espansionistica familiare dei Barberini. Gli occasionali contrasti verificati si tra membri delle due casate e soprattutto il deciso proposito del pontefice Urbano VIII, Maffeo Barberini, coadiuvato dai tre nipoti Francesco, Antonio e Taddeo, di sottrarre ad Odoardo il ducato di Castro, creato su parte dei territori del Patrimonio di San Pietro in Tuscia e dei cui privilegi la famiglia Farnese godeva da alcuni secoli, molto prima di papa Paolo III, portarono inevitabilmente al conflitto, scoppiato nel 1641 e protrattosi fino al 1644 . Dopo alcuni tentativi dei ducali, falliti in partenza, per tentare di riconquistare Castro tramite spedizioni militari via terra e via mare, si giunse alla seconda fase del conflitto, che vide ben presto entrare in azione una lega, costituitasi tra il Granduca di Toscana, la Repubblica di Venezia e il Duca di Modena, favorevole alla restituzione del ducato al Farnese e preoccupata dalle mire espansionistiche dei Barberini. I collegati, che si erano limitati sino ad allora ad appoggiare Odoardo evitando di scontrarsi direttamente con l'esercito pontificio, mossero le proprie truppe contro i barberiniani agli inizi del giugno 1643, dopo che Odoardo era già penetrato in territorio ecclesiastico, occupando Bondeno e Stellata. La prima guerra di Castro terminò con il trattato di pace sottoscritto il 31 marzo e pubblicato il 10 maggio 1644, che restituì il ducato castrense ed i vecchi diritti al Farnese, mentre poco dopo moriva Urbano VIII" (dal sito del Comune di Canino). Autore della tavola è l'incisore Francesco Cecchi Conti, di cui si conoscono poche opere, che fu attivo a Firenze attorno alla metà del XVII secolo. Nel suo stile si intravede chiaramente l'influenza di Callot e Della Bella, soprattutto per l'abilità nell'uso delle tecniche prospettiche. > McDonald, "The Print Collection of Cassiano dal Pozzo. Part II, Architecture, Topography and Military Maps", 3141. Benezit, II, 393. Codice libreria 169135.