Détails
Graveurs
MICHETTI, FRANCESCO PAOLO.
Description
Paris, 1870 circa. Acquaforte, b/n, cm 16 x 24 (la parte incisa); 19 x 28 (il foglio). Firma in lastra in basso a destra "P. Michetti". Non essendo presenti le usuali iscrizioni della tiratura Gazzette des Beaux - Arts (tomo I, marzo 1880, dove apparve come tavola fuori testo) si tratta di antecedente tiratura "ante litteram". Francesco Paolo Michetti (1851 – 1929) pittore, incisore e fotografo abruzzese. Si forma presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto Domenico Morelli che ne intuì subito le doti. L'ambiente napoletano lo spingerà a dedicarsi a una pittura realista e naturalista, anche grazie ai contatti con Filippo Palizzi, Giuseppe De Nittis e Marco De Gregorio, artisti della cosiddetta Scuola di Resina. Abbandonata l'Accademia per la troppa rigidità torna in Abruzzo a Francavilla. Nel 1871 parte per Parigi. Qui riuscirà a farsi conoscere dalla critica e da un pubblico internazionale e presso l'editore Cadart verranno pubblicate quattro lastre che usciranno con regolarità: "Cueillette d'olives dans les Abruzzes", "L'enfant au panier" "Gardeuse de dindons", "Jeunes bergers des environs de Chieti". Le altre quattro lastre note di Michetti "Tatone", "Ragazza alla fontana", "Pastorella abruzzese" e "Ritratto di anziano", sono ad oggi note in pochissimi esemplari. L'incontro con il pittore spagnolo Mariano Fortuny, a Napoli nel 1874, favorisce un cambiamento nella tavolozza e lo avvicina a soggetti più folkloristici. Intorno al 1879 risale la sua amicizia fraterna con Gabriele d'Annunzio che considera l'artista "mei dimidium animi". Nel cosiddetto Conventino, abitazione e studio di Michetti a Francavilla, si riunisce il cenacolo michettiano: un’esperienza unica in cui il pittore Michetti, il poeta Gabriele d’Annunzio, lo scultore Costantino Barbella e il musicista Francesco Paolo Tosti - ai quali poi si uniranno altri scrittori e artisti - lavorarono insieme e sviluppano il tema comune della natura e della gente d’Abruzzo, raffigurando momenti di vita della tradizione contadina in specie partendo dallo studio della figura umana. E se anche l'incisione è per Francesco Paolo Michetti attività secondaria rispetto alla pittura, egli ha saputo qui ritrovare, grazie al deciso chiaroscuro, il segno libero e sicuro dei suoi studi preparatori e dei suoi disegni e pastelli, e mantenere la tavolozza brillante e luminosa dei suoi dipinti. Autore non comune, dallo stile molto personale. Una bambina in abiti tradizionali avanza frontale verso lo spettatore. La figura è in piena luce e si stacca da uno sfondo di fitta boscaglia, potente è l'uso del chiaroscuro. La bimba ha le braccia appoggiate sul ventre per tenere un cestino, i capelli mossi incorniciano il volto, sembra che stia canticchiando e il particolare degli orecchini e della collana di perle accentuano la luminosità del suo viso. Il soggetto era già stato affrontato in pittura, in particolare nel dipinto "La Petite Fille au panier" sul mercato parigino nel 1875. Nel catalogo di vendita il dipinto è illustrato con l'incisone di Michetti che dunque costituisce un termine "ante quem" di datazione della lastra. La figura è costruita con il tipico segno libero di Michetti, fine e delicato, graffiato ed elegante; i volumi sono costruiti con un fitto e irregolare intrecciarsi di tratti e morsure sovrapposte che marcano progressivamente le zone in ombra riuscendo in un felice contrasto. Buona carta vergata, bella impressione, ampi margini, ottimo stato di conservazione. .